Libero, 10 luglio 2017
«Ho ricevuto 500mila euro in 3 mesi. E ho realizzato il sogno di un mulino»
Sogna in grande, Stefano Caccavari. Vuole portare il suo modello di impresa in ogni provincia d’Italia, e pure all’estero, in America.
Classe 1988, originario di San Floro, in provincia di Catanzaro, non riesci a dargli torto, quando ci chiacchieri anche solo per qualche minuto al telefono. D’altra parte, lui il miracolo lo ha già fatto. Aveva un progetto: salvare l’ultimo mulino a pietra della Calabria con un azionariato diffuso. Ci è riuscito semplicemente chiedendo fondi su Facebook.
Nessuna piattaforma specializzata, solo un post con la descrizione di un progetto ambizioso e concreto: realizzare il progetto Mulinum, la coltivazione di grani biologici della fiera di grano antico Senatore Cappelli. Pronti, via. In 48 ore aveva raccolto 70mila euro, inviando in privato il business plan a chi glielo chiedeva e ha creduto in lui.
«Le potenzialità di un social network sono enormi, basta comunicare bene ed essere credibili e concreti. E pensare che i manager di Facebook Italia non si erano neanche accorti di quanto stava avvenendo...». È arrivato a 500 mila euro in 90 giorni. Tutto grazie a internet, «zero aiuti pubblici, solo volontà di privati che hanno investito. È il record mondiale del crowfunding, assicura».
A gennaio ha inaugurato un edificio in bio edilizia, realizzato la sua impresa agricola su campi prima abbandonati. E due ragazzi di San Floro che si erano trasferiti a Londra e lavoravano in una pizzeria, sono tornati a casa. E adesso lavorano con Stefano. che Ora la start up di Stefano sta per arrivare in provincia di Siena. Ha firmato a maggio un contratto per la costruzione di un mulino gemello di quello calabrese. E non si ferma certo qui. Il suo pane da San Floro è arrivato fino a New York.
«Ho già tre partner negli Usa che credono nel progetto di un’impresa rivoluzionaria», racconta Caccavari: «Campi di grano coltivati in maniera naturale si trasformano in farina per le famiglie, in ogni città del mondo, partendo dalla Grande Mela». Non solo.
C’è pure il progetto di un mulino per celiaci, nella sua agenda. «Centinaia di persone vogliono investire nel Mulinum», assicura a Libero: “La cosa bella è che ho ancora 500mila euro di quote da collocare, ho già raccolto capitale per un milione di euro. La quota minima di investimento è di mille euro e in media ne ho ricevuti dai 5 ai 10mila, oltre a due soci che ci hanno messo 100mila a testa».
Perché le persone gli danno i propri soldi? Stefano risponde senza nessuna esitazione: «Sono tutti italiani, ma ci sono anche svizzeri, francesi e italoamericani: professionisti, insegnanti, mamme, mi hanno dato soldi sulla fiducia, nessuno mi ha mai fatto pressioni sul proprio investimento. È la prima volta che una startup agricola si diffonde in altre regioni per creare micro filiere locali fatte da contadini e da investitori da tutta Italia. Io vado avanti, sono concentrato al 100 per cento sul lavoro, è la mia vita. Il mio progetto ha il presupposto di difendere la tradizione, del mangiare sano. Sogno nuovi record, nuovi mulini, nuova crescita: è questa per me l’economia».