Libero, 10 luglio 2017
Chiedere prestiti su internet: tutti i vantaggi
«Qui siamo tutti ex bancari o ex assicuratori. Siamo usciti dalle banche perché vedevamo rotto il rapporto di fiducia con il cliente, così abbiamo la possibilità di ricostruirlo». Inizia con queste parole di Pietro Cesati, fondatore e amministratore delegato di soisy.it, il nostro viaggio in un fenomeno che è a un passo dal boom. Ha un nome difficile social lending ma con una traduzione semplice: che tu sia privato o imprenditore, puoi chiedere un prestito in pochi minuti dal tuo pc o dallo smartphone, su una piattaforma web. Chi ti dà i soldi? In genere altri privati. Magari il tuo vicino di casa, o forse uno che abita dall’altra parte della Penisola. Che investe i propri risparmi aggirando anche lui scartoffie e lungaggini delle banche. Se hai le carte in regola, ricevi i soldi su alcune piattaforme anche in 24 ore, o comunque in pochi giorni. I numeri di crescita sia di chi chiede prestiti, sia di chi investe, sono da record. A maggio, assicurano Edoardo Matarrese e Roberto Condulmari, del centro di ricerche indipendente P2p lending Italia, i prestiti erogati hanno segnato un +202% su base annua totale. Numeri ancora di nicchia, si intende: 12,86 milioni di euro i volumi erogati nel mese. Ma pure fondi esteri e assicurazioni hanno capito che il settore gira, e ci vogliono investire.
PRIVATI E AZIENDE
Per la sola parte dedicata ai privati, spiega Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, sono stati erogati prestiti per 73 milioni di euro?, di cui 44 solo nell’ultimo anno. C’è chi ha bisogno di ristrutturare casa, comprarsi la macchina, acquistare un elettrodomestico nuovo o consolidare i debiti. Un operatore come Blender.loans, israeliano, ti domanda se tu sia in cerca di un prestito anche per il matrimonio, per una vacanza o per gli studi. Soisy ha stretto partnership con negozi online, come suoniamo.net: musicisti e appassionati possono comprarsi lo strumento a rate, chiedendo il prestito in pochi click. Per prestiti classici, funziona così: ti iscrivi su una delle piattaforme e fai domanda della somma. A quel punto, quelli della piattaforma controllano che tu abbia una buona storia creditizia e che non stia mentendo. Puoi essere dipendente o libero professionista, ci sono molti pensionati. Se la richiesta viene accettata, le piattaforme ti mettono in contatto in forma anonima con chi investe, che con piccole porzioni arrivano a finanziare la tua richiesta di credito.
Primo vantaggio: risparmi tempo. E ti dicono subito di sì o di no. Secondo vantaggio: niente scartoffie, pochi documenti da caricare online. Terzo vantaggio: qualche spesa in meno e trasparenza assoluta. I tassi di interesse? Su Smartika.it, ad esempio, si parte da un Taeg di 5,6%. Prestiamoci.it offre un Tan a partire dal 3,9%, un Taeg dal 5,4%. Le commissioni? Ci sono, dichiarate. Motusquo non ti chiede costi di iscrizione e gestione, si prende il 3% del prestito e assicura che banche e finanziarie arrivano in media al 5%. Un esempio di prestito: su younited-credit.com un prestito da 5mila euro su 72 mesi costa a chi richiede 5.685,60 euro, tra commissioni e interessi.
Piccoli, medi, o grandi imprenditori, fatevi sotto. I prestiti da privati passano da internet pure per le aziende. Le storie sono tra le più disparate. Da borsadelcredito.it ci raccontano di uno studio odontoiatrico di Milano che aveva bisogno di acquistare nuove attrezzature, un bar di Cuneo di un bancone per gelati, un’impresa edile di Novara che ha affrontato spese tributarie e fiscali. Il portale offre la possibilità di finanziare qualsiasi cifra a partire da 10mila euro, ricevere l’esito di una richiesta di finanziamento entro le 24 ore ed avere il prestito in 3 giorni.
Nel settore dei prestiti social sono arrivati gli stranieri. Lendix, ad esempio, è nata in Francia, ed è guidata in Italia da Sergio Zocchi, che spiega a Libero di aver appena sottoscritto un accordo con il gruppo Banca europea per gli investimenti (Bei). «Ora il fondo di coinvestimento associato alla piattaforma di finanziamento Lendix raggiunge una capacità di 90 milioni di euro: sarà dedicato al finanziamento e allo sviluppo delle PMI e microimprese francesi, italiane e spagnole». Altra possibilità per le aziende che a quanto ci raccontano dall’osservatorio di P2P lending Italia sta crescendo a ritmi sostenuti è lo sconto fatture. Su piattaforme come credimi.com o workinvoice.it (ce ne sono molte simili), puoi farti anticipare online i soldi della fattura che ancora non ti è stata pagata dal cliente. Lui deve dare l’assenso alla cessione, in 48 ore tu ottieni liquidità e al mancato incasso non ci pensi più.
Se vuoi prestare soldi e guadagnarci, anche per te la procedura è semplice. Ci sono piattaforme che frazionano in modo automatico il tuo investimento sui prestiti ai privati, altre ti danno la possibilità di scegliere ogni dettaglio di dove andranno i tuoi soldi.
Puoi definire il rischio e l’orizzonte temporale in cui vuoi indietro il tuo capitale. Cesati spiega che su Soisy la media è di 2.500 euro investiti. C’è chi inizia con 500 euro e poi, vedendo che non ci sono truffe e che gli interessi arrivano sul conto, sale con la cifra. Puoi perdere tutto? Il rischio c’è. Ma alcune piattaforme si sono attrezzate. Su Smartika, Maurizio Sella, fondatore e presidente, ci spiega che è stato creato un fondo di protezione alimentato dai richiedenti, disponibile per coprire eventuali insolvenze: «Il fondo interviene una volta a trimestre, ad oggi ha coperto molte situazioni critiche».
GLI INVESTITORI
Prestare è semplice, l’unico neo sono le tasse: «Oggi», dice il professor Giudici, «questo investimento non è consentito alla stregua di quelli finanziari e non prevede una ritenuta del 26% come quando si investe in Borsa, è da portare nella dichiarazione dei redditi. Può essere vantaggioso per chi ha un’aliquota bassa, ma gli investitori sono tendenzialmente professionisti. Si tratta di una penalizzazione, e manca a mio parere un fattore di equità: perché non dovrebbero essere considerati come rendite finanziarie?».