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 2017  luglio 10 Lunedì calendario

Il domani secondo Elon Musk. Vivrà cent’anni, andrà in vacanza su Marte e imparerà le lingue con una app nel cervello: ecco l’uomo del futuro nel disegno del guru

Possibilmente centenario, un po’ «marziano», all’occorrenza alimentato a batteria, se necessario pronto a fare l’uomo-talpa e con il cervello che si può scaricare su una chiavetta Usb o su una nuvola informatica con un download per combattere contro l’intelligenza artificiale.
Si parla spesso di Elon Musk come di un visionario. Ecco come sarebbero i nostri figli (o nipoti) se si dovessero realizzare i suoi progetti, sempre in bilico tra scienza e fantascienza, tra opportuno e inopportuno. Un cocktail tra D’Annunzio, Jules Verne, Giovanni Schiaparelli, la Marvel e l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, capace di incastrarsi in equilibrio tra un cerchio (il divino) e un quadrato (il terrestre). L’uomo del futuro con copyright «Musk».

Immortalità Alla voce «possibile» si trova il desiderio dell’imprenditore cresciuto in Sudafrica di campare almeno cent’anni. «Non vorrei essere immortale, definitivamente. Credo che la cosa importante sia vivere a lungo in salute. Cent’anni vanno bene» ha detto Musk in un’intervista.
D’altra parte che non punti alla criogenesi come il suo ex socio in Paypal e consigliere di Donald Trump, Peter Thiel, lo si capisce anche dalle disposizioni post-mortem: Thiel ha già chiesto alla compagna Alcor di essere ibernato. Musk ha detto che vorrebbe essere sotterrato sul Pianeta Rosso. Un funerale non marziale, ma marziano.

L’uomo su Marte Scivoliamo già alla voce futurologia. Per adesso su Marte, con enormi sforzi tecnici, la Nasa è riuscita a mandare delle sonde che hanno fatto atterrare sulla sua superficie dei Rover da esplorazione (il più noto è il Curiosity, sul Pianeta Rosso dal 2012, che ha trovato indizi di una possibile e remota presenza di condizioni favorevoli alla vita di microrganismi). Ma l’ambizione di Musk è riuscire a portarci l’essere umano come ha raccontato nelle interviste rilasciate nel docu-fiction Mars trasmesso nel 2016 da National Geographic. In realtà Space X, la società dell’imprenditore di Tesla, punta nel più breve periodo al turismo spaziale, nuovo business su cui stanno lavorando anche il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, e quello di Virgin, Richard Branson. Con la «Spazio Spa», cioè la privatizzazione dello spazio già in corso, favorita dal taglio dei bilanci pubblici, i nostri figli (o meglio, quelli che potranno permettersi un biglietto da 250 mila dollari) potranno vedere la Terra dallo spazio e postare selfie unici sui social. Ma per realizzare la visione di Schiaparelli, il padre delle osservazioni che da Brera diedero vita alla fine dell’800 al dibattito sui marziani, ci vorrà qualcosa di più dei 16 anni previsti dal docu-fiction Mars.

Energia nuova L’uomo a batteria che non si ferma mai come il coniglietto dello spot Duracell. Le automobili Tesla a batteria sono già una realtà ed è sempre meno raro incontrarle anche sulle strade italiane. Ma ora Musk ha lanciato in questi giorni una nuova sfida: far funzionare l’Australia del Sud anche grazie alla più grande batteria al litio del mondo da costruire nei prossimi cento giorni. Capacità: 129 megawattora, 30 mila abitazioni. In sostanza la batteria dovrebbe raccogliere l’energia prodotta in eccesso dalle centrali elettriche ed evitare black out come quello che ha colpito quest’area del mondo a settembre riportando 1,7 milioni di persone nel Medioevo. Tra cento giorni sapremo se è possibile o è una geniale operazione di marketing.

L’uomo talpa Idea proposta da Musk nel 2012 e oggi allo studio di diverse società: si tratta di una rete di trasporti merci e persone sotterranea grazie a dei tubi a bassa pressione dove dovrebbero viaggiare delle navicelle simili a missili alla velocità di 1.200 km/h. Idea già battuta in diversi film di fantascienza. Le sfide tecnologiche sono molte e secondo alcuni scienziati irrealizzabili. Il «Viaggio al centro della Terra» di Verne sembra molto più fantascientifico di quello descritto nel libro «Dalla Terra alla Luna» che abbiamo realizzato già nel 1969.

Fin dentro il cervello L’upload di informazioni direttamente nel cervello umano. Si chiama Neuralink ed è il progetto lanciato a marzo per studiare la possibilità di creare dei lacci neuronali per fare dialogare cervello e intelligenza artificiale. Le suggestioni sono molte: caricare un programma con l’idioma cinese e spararlo nel cervello dei nostri figli, nipoti o pronipoti per imparare una lingua straniera con un clic. D’altra parte, a chi non farebbe comodo?