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 2017  luglio 10 Lunedì calendario

L’ultimo abbraccio. Identificato il corpo di Marco, ucciso nel rogo di Londra. È rimasto fino alla fine accanto alla compagna Gloria

E adesso anche Marco Gottardi è stato identificato. Avrebbero dovuto immaginarlo che si trovava lì, accanto a Gloria, con Gloria, abbracciato a Gloria, la sua fidanzata: «Li hanno trovati insieme, come credevamo, uno accanto all’altro: tutto ora si è compiuto», ha detto Giannino Gottardi, il papà di Marco. Al 23° piano della Grenfell Tower incandescente, tutto si era già compiuto alle 4.07 del 14 giugno, quando Marco e Gloria al telefono con i genitori hanno pronunciato le ultime parole («Grazie mamma per quello che hai fatto») prima che calasse il silenzio. Di solito il battesimo è una sola volta, in nascita, non in morte. E ora che Marco è stato battezzato per la seconda volta, come Gloria, il cerchio si è chiuso davvero, e anche l’ultima attesa dei genitori è finita.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che Marco e Gloria si trovassero distanti: sono stati vicini per tanti anni, insieme nei momenti belli della loro vita, solo momenti belli: su internet possiamo guardare e riguardare le fotografie con il bacio nel giorno della laurea di Gloria, gli abbracci per il suo ultimo compleanno, gli sguardi allegri durante le vacanze con un mare sullo sfondo, i sorrisi davanti a due bicchieri di birra, l’attesa del metrò, con gli amici, in una stazione londinese, gli occhi ben disegnati, quasi orientali, di Gloria e i baffetti da moschettiere di Marco, i loro visi che si sfiorano sempre, la fronte di lui appoggiata ai capelli di lei, lui più scapigliato, lei curatissima… Figurarsi se non erano vicini nel fumo, in quei momenti a cui non vogliamo pensare, negli attimi in cui si passa, si sa di dover passare dall’ultima veglia all’ultimo sonno: mai devono essere stati tanto vicini, Marco e Gloria, fino quasi a confondersi l’uno con l’altra, l’uno nell’altra, insieme. Ed è inevitabile che i genitori abbiano maturato la speranza che almeno si siano addormentati insieme, non solo vicinissimi nei corpi ma anche vicini nell’attimo, che almeno Chronos sia stato attento con loro, in modo da non lasciare a nessuno dei due il tempo di rimanere solo.
Insieme è l’avverbio di Marco e Gloria. Avevano 27 anni tutt’e due, avevano deciso di andare a vivere a Londra dopo aver trovato lavoro, erano andati a vivere nello stesso appartamento al 23° piano e chissà quante volte hanno guardato, insieme, Londra e il cielo sopra Londra. Avevano condiviso tutto ciò che si può condividere a quell’età e di certo non avrebbero mai pensato di dover vivere insieme una morte così precoce e così spietata. Non si può morire più insieme di così, ed è lì forse che andrebbe afferrato quel poco di impossibile consolazione. I genitori avrebbero desiderato annunciare insieme il ritrovamento dei corpi, ma la dentatura della ragazza ha reso più semplice il suo riconoscimento, mentre per Marco si è dovuto aspettare.
«Accanto al corpo di Gloria, – ha detto il signor Giannino – riconosciuta prima di mio figlio per l’impronta dentaria, c’era una salma. Noi abbiamo sempre creduto che si trattasse di Marco, e il riconoscimento attraverso la prova del Dna ha fugato tutti i dubbi. Era proprio lui. Vorremmo rientrassero insieme». Già, insieme.