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 2017  luglio 10 Lunedì calendario

Gli elefanti perduti. Mega sequestro di zanne a Hong Kong: 7,2 tonnellate. Corsa prima del divieto totale

Lo spacciavano per pesce surgelato. Ma quando i doganieri di Hong Kong hanno spostato i cartoni ittici, in fondo al container di dodici metri hanno scoperto un tesoro bianco: 7,2 tonnellate di zanne di elefante, per un valore di mercato pari a otto milioni di euro (e a circa 700-1.000 animali uccisi). Il proprietario del mercantile proveniente dalla Malesia e due donne sono stati arrestati sul posto. Per Yannick Kuehl, direttore per l’Asia orientale dell’organizzazione Traffic, non basta: «È fondamentale scoprire chi ha orchestrato questo contrabbando».
È il sequestro più imponente degli ultimi trent’anni. Hong Kong è il più famoso centro di lavorazione d’avorio al mondo e, benché la sua importazione sia ufficialmente vietata dal 1990, la metropoli resta un crocevia strategico dei trafficanti di zanne, per la sua posizione geografica e a causa del mercato legale di manufatti (ci sono 370 commercianti e 72 negozi autorizzati). Ora nell’ex colonia britannica, che gode di semi-autonomia, è in fase di approvazione una graduale messa al bando dell’avorio (compreso quello già in possesso) entro il 2021 mentre la Repubblica popolare cinese ne ha già vietato il commercio, ordinato la chiusura di tutte le fabbriche e dei negozi specializzati entro fine anno. In Cina, che detiene il 70 per cento del mercato, le zanne d’elefante sono utilizzate nella medicina tradizionale e per produrre gioielli e statuine molto apprezzati anche in Medio Oriente. Il mega-sequestro di questa settimana confermerebbe il tentativo in extremis dei contrabbandieri di far entrare ad Hong Kong quanto più avorio possibile per poter poi usufruire di qualche forma di compensazione prima del bando definitivo, così come proposto in fase di dibattito al Consiglio legislativo di Hong Kong.
Il commercio di avorio è stato bandito con un trattato internazionale nel 1989: la popolazione mondiale di elefanti era crollata da 27 milioni del XIX secolo ai 5 d’inizio XX, fino a meno di 600.000. Attualmente, si stima che vivano allo stato libero circa 350.000 esemplari, ma il numero continua a scendere dell’8 per cento l’anno, principalmente a causa del bracconaggio.