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 2017  luglio 09 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA VOGLIA DI DITTATOREREPUBBLICA.ITSPIELBERG - Sergio Marchionne liquida con un sorriso la proposta di essere il candidato del centrodestra per Palazzo Chigi alle prossime elezioni politiche avanzata nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi

APPUNTI PER GAZZETTA - LA VOGLIA DI DITTATORE

REPUBBLICA.IT
SPIELBERG - Sergio Marchionne liquida con un sorriso la proposta di essere il candidato del centrodestra per Palazzo Chigi alle prossime elezioni politiche avanzata nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi. Parlando con i giornalisti al momento del suo arrivo nel paddock della Ferrari per assistere al Gp d’Austria di Spielberg, l’amministratore delegato di FCA ha chiarito così il suo pensiero: "Berlusconi è un grande, ha spiazzato tutti, ma io non ci penso per niente, neppure di notte".

Parlando con il quotidiano Il Tempo, nei giorni scorsi, Berlusconi aveva chiarito così la sua idea: "Per il centrodestra punto su Sergio Marchionne. Tra non molto gli scade il contratto negli Stati Uniti, e se ci pensate bene sarebbe l’ideale...".

Uscita che non è stata apprezzatta affatto dalle altre componenti del possibile schieramento che sfiderà Pd e M5S alle prossime elezioni politiche. "Marchionne candidato? Mi aspetto una smentita da Berlusconi", aveva replicato a stretto giro Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia. Sbrigativo anche il commento di Matteo Salvini. "Il totonomi non m’interessa. Io voglio sapere da questa gente che cos’ha intenzione di fare su flat tax, blocco navale e legge Fornero".

MICHELE SERRA
Il topolino ha partorito la montagna. La democrazia è il topolino, la montagna sono i due autocrati Trump e Putin (entrambi regolarmente eletti) che si stringono la mano nel nome di un potere enorme, incarnato nella persona del Capo come da sempre accade nelle tribù umane. Così che nel 2017 il mondo, più di due secoli dopo le rivoluzioni francese e americana, ruota come prima, più di prima attorno alle parole e alle gesta dei Capi. Continuiamo a ripeterci che esistono i poteri di controllo, i parlamenti, le Costituzioni, il potere giudiziario. Ma più che esistere resistono; e a loro ci si appella come per un mantra consolatorio. Il sospetto è che la democrazia stia diventando una disciplina per minoranze eleganti, come lo yoga e l’alimentazione sana. Nel frattempo piccoli e grandi autocrati crescono: oltre ai due suddetti, Erdogan, i tradizionali despoti asiatici e arabi, un paio di ducetti sudamericani “de sinistra” e a modo suo anche Macron, di fatto un autocrate “dem”, l’uomo solo al comando al quale affidiamo le nostre residue speranze di liberté egalité fraternité. La democrazia e i diritti nelle mani di un uomo solo. Parrebbe una contraddizione, e lo è. Papa Francesco, idem: da solo vale, per la solidarietà, una ventina di parlamenti messi insieme.