Avvenire, 9 luglio 2017
Il dramma Usa dell’eroina. Più morti che in Vietnam
Negli Stati Uniti sono morte più persone per overdose lo scorso anno che soldati americani in 20 anni di guerra in Vietnam e in 15 in Iraq. Il numero totale, stimato da uno studio del “New York Times”, sfiora i 65mila decessi. Un’ecatombe cresciuta esponenzialmente negli ultimi dieci anni, soprattutto lungo la costa orientale Usa, che rivela la portata dell’epidemia da oppiacei cominciata durante la crisi economica e paradossalmente peggiorata durante la ripresa.
I dati mettono in luce anche il fallimento della cosiddetta «guerra contro il narcotraffico», combattuta da decenni dalle agenzie federali americane e messicane a cavallo del confine meridionale Usa, che ha già causato oltre 90mila morti. Anche in Messico infatti, si registra un’impennata nell’uso di sostanze stupefacenti. «Le politiche di prevenzione mostrano un evidente fallimento perché non hanno bloccato il fenomeno, anzi l’uso di droghe illegali fra i giovani è raddoppiato negli ultimi cinque anni», ha denunciato l’arcidiocesi di Città del Messico nell’ultima edizione del suo settimanale “Desde la Fé”, citato dall’“Osservatore romano”. La rivista cattolica menziona un’inchiesta nazionale che fotografa nel 2016 ben 6,5 milioni di uomini tossicodipendenti: un incremento del 25 per cento rispetto all’anno precedente. Il traffico internazionale di droga è stato uno degli argomenti discussi ieri da Donald Trump e dal suo omologo messicano Enrique Peña Nieto a margine del G20. I rapporti fra i due leader – e la collaborazione fra i due Paesi – sono stati compromessi negli ultimi mesi dalla minaccia Usa di ritirarsi dall’accordo di libero scambio Nafta e da quella di costruire un muro con il vicino del Sud, che dovrebbe accollarsene i costi. Ma ieri, stando al resoconto dell’Amministrazione repubblicana, «Trump ha enfatizzato le forte relazione bilaterale di cui gli Stati Uniti godono con il Messico», pur sottolineando «l’importanza di rinegoziare il Nafta affinché funzioni per tutti e due». Il narcotraffico è stato affrontato come una delle «sfide regionali» che coinvolge entrambi, anche perché la maggior parte dell’eroina consumata negli States viene dal Messico. I narcos hanno intensificato le coltivazioni di oppio dato il calo del business della marijuana, legalizzata in alcuni Stati Usa.
Sull’«l’immigrazione illegale», altro tema in agenda, Peña Nieto e Trump hanno deciso di cercare strumenti per permettere il lavoro temporaneo nell’agricoltura di braccianti messicani negli Usa. Ma la strage da droga rende nuove soluzioni al problema più che mai urgenti. L’analisi del quotidiano newyorchese conclude che «il problema degli oppiacei è peggiorato nel 2017» e che l’epidemia del loro abuso è diventata la più grande crisi da droga nella storia americana. Le overdose sono diventate la prima causa di morte per gli americani al di sotto dei 50 anni.