La Gazzetta dello Sport, 8 luglio 2017
A Wimbledon esplode il caso dei campi. «Troppe buche pericolose»
L’erba di una volta era sempre più verde. Le terribili immagini dell’americana Mattek-Sands che si accascia sul prato del campo 17 con il ginocchio destro sfasciato (legamenti crociati e collaterale la prima diagnosi) aprono il fronte della protesta contro le condizioni dei campi, che attendeva solo il casus belli per esplodere.
KIKI ALL’ATTACCO
Premessa: le condizioni climatiche di questa settimana sono particolari, con un’estate fuori dalla norma anche per Londra. Le temperature elevate, attorno ai 30 gradi, hanno seccato l’erba e reso più difficile scivolare e trovare gli appoggi giusti. Ieri, per evitare che il campo del Centrale raggiungesse i 43 gradi, il tetto è rimasto chiuso fino a mezzogiorno. Tuttavia molti giocatori hanno attaccato l’organizzazione, dalla Radwanska alla Mladenovic. La francese e la Riske, avversarie giovedì, hanno chiesto di giocare altrove già nel secondo game, prima che Kiki cadesse e battesse pericolosamente le ginocchia a terra: «Entrambe non volevamo giocare lì, ci è stato detto che non si può fare nulla. C’erano buche enormi, in particolare lungo la linea di fondo, siamo state fortunate». Pronta la replica degli organizzatori: «La preparazione dei campi è sempre la stessa e segue gli standard degli ultimi anni. L’erba è una superficie naturale ed è normale che la linea di fondo si rovini già nei primi giorni. Ogni mattina controlliamo i campi e per il 18 non ci era stato segnalato nulla». Avanti con la guerra.