La Stampa, 7 luglio 2017
Bouganvillee affamate di sole. Non abbiate paura del colore
Alla bouganvillea inutile chiedere sobrietà e discrezione. I suoi sono colori giustamente forti e violenti, che sanno dare il loro meglio sotto le abbaglianti luci del Mediterraneo, e fatico a capire perché molti preferiscano le forme più smorte e quelle a fiore bianco, spesso anche più delicate. Non che non siano belle, tutt’altro: se piantate contro un muro colorato o a ridosso del verde scuro di un’albero possono diventare anche di grande effetto. Ma per lo più penso che la scelta dipenda dai dettami di una moda favorevole a tonalità poco impegnative, neutre ed essenziali. A mio giudizio in giardino del colore non bisogna invece avere paura, anzi: più invecchio e più apprezzo le scelte un po’ audaci, quelle che meno ci si aspetterebbe, i toni accesi e sgargianti che molti ritengono troppo pop e al limite del volgare.
Con il tempo sono diventato sempre meno un fautore dei giardini total white e anche di quelli che sembrano pensati apposta per una prima comunione, con rosa che non vanno oltre il pastello e azzurri forzatamente diluiti ed eterei. Intendiamoci: spesso sono belli ed elegantissimi, ma a volte anche un po’ noiosi e senza fantasia. Perché non provare ogni tanto un rosso vivo ed intenso, un arancio colore del fuoco o un viola degno di questo nome? E, nel caso quasi isolato della bouganvillea (non sono di solito colori che amo...), anche un pesca o un inusuale color mattone? Certo è ben più difficile: i colori forti in giardino è meglio maneggiarli con cura. Il rischio di un botanico pugno allo stomaco è sempre in agguato e l’abbinamento un po’ troppo azzardato può facilmente trasformarsi in una fastidiosa stonatura. Forse sarebbe più facile limitarsi ad un colpo di scena alla volta, ben calibrato e ripetuto, senza mischiare specie e colori già di per sé inclini al protagonismo. Con le bouganvillee però è davvero difficile sbagliare: si possono mescolare anche i colori più diversi e l’insieme, per quanto esuberante ed eccentrico, non sarà mai sgradevole...
Famose quelle di Nairobi e dei giardini di Marrakech, le bouganvillee sono diffusissime in tutta l’Africa, proprio come in India o nelle isole dell’Egeo, il che dimostra la loro grande resistenza a caldo e siccità. L’origine è però sudamericana, brasiliana in particolare, e il nome deriva dall’esploratore Louis Antoine De Bougainville, primo francese a circumnavigare il globo terrestre. L’impresa era stata voluta da Luigi XV dopo la disastrosa sconfitta nella guerra dei Sette anni, che causò alla Francia la perdita delle immense colonie d’oltreoceano.
In cerca di ricchezze e rinnovato prestigio De Bougainville salpò alla volta delle Falkland, che anni prima aveva conquistato e che ora era costretto a cedere agli spagnoli, proseguendo poi per Tahiti, le isole Samoa, le Salomone, le Molucche... Con lui viaggiava il naturalista Philibert Commercon, al quale si deve la scoperta della pianta in quel di Rio de Janeiro e la dedica al capitano. Di buganvillee due sono le specie più conosciute: la Bougainvillea glabra, la cui varietà più comune è la B. g. Sanderiana a fiori viola carico (che fiori poi non sono, ma brattee), e la B. spectabilis, con fiori all’apice dei rami e ancora meno resistente al freddo. Moltissimi sono poi gli ibridi, naturali e non: il più celebre di tutti è forse la B. Scarlett O’Hara, dall’affascinante color cremisi e leggermente cangiante alla luce del sole. Poiché fioriscono sul ramo dell’anno occorre potarle prima della nuova crescita, a fine inverno o a inizio primavera, sempre con mano leggera, evitando forme squadrate e tentativi di siepe: sono belle se libere, con i lunghi tralci morbidi e ricadenti.
Affamate di sole, decisamente voraci e vigorose temono i geli e gli sbalzi di temperatura. Da noi possono venire coltivate in vaso e riparate durante l’inverno, ma le ho viste anche crescere in piena terra contro un muro esposto a sud, in quel di Cuneo, che notoriamente non è una delle città più calde, spesso ventosa e fredda. È anche questo un sintomo spavaldo e temerario della tropicalizzazione delle nostre terre...