Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  luglio 06 Giovedì calendario

L’importanza del pedalino orfano o bucato. I calzini hanno un’aspettativa di vita di due anni. Spesso finiscono spaiati molto prima

I calzini hanno un brutto destino. Tutto il giorno a contatto con piedi che a sera puzzano, bucati da alluci prepotenti, consunti dai chili di troppo, dimenticati in cassetti bui, spesso nascosti da stivali o sotto pantaloni lunghi, non godono nemmeno della dignità dell’apparire. Eppure sono indispensabili, assorbono il sudore dei piedi e li proteggono dallo sporco, dalle vesciche e dalle ferite. Già nel 420 a. C.  gli egizi li usavano con i sandali. Nell’anno 1000, invece, erano un’esclusiva di re e nobili che li mettevano in mostra tirandoli su fino al ginocchio come segno di ricchezza. In  lana,  seta o  cotone, venivano cuciti a mano fino al 1589, quando l’inglese William Lee s’inventò il primo telaio per lavorarli. Conobbero la gloria con l’avvento del nylon, per l’esattezza il 15 maggio 1940, quando a New York ne furono vendute 72.000 paia in un solo giorno. Oggi, iI distretto di Datang, in Cina, ne produce circa un terzo di quelli di tutto il  pianeta. Anche se, dei 7 miliardi di persone che abitano la terra solo 3 sono abbastanza ricche da indossarli.
Erano considerati indispensabili da Gustave Flaubert, che nel suo armadio aveva appese appena 4 camice ma nel cassetto contava 34 paia di pedalini. Erano invece odiati da Albert Einstein: «Quando ero giovane ho imparato che l’alluce finisce sempre col forarli».  Sigmund Freud, poi, fu così coraggioso da invitare la principessa Margaret a ballare con ai piedi dei pedalini gialli. Quelli bianchi corti, invece, sono stati discriminati dalla moda come in un apartheid del guardaroba: pare che, indossati da un uomo, procurino irreversibili cali di libido nella donna.
I calzini hanno un’aspettativa di vita di 2 anni, ma spesso,  rimasti orfani dell’anima gemella, finiscono per morire di solitudine dopo  1 anno e mezzo.   Uno spreco che, secondo Jacopo Fo, costa «187,5 milioni di euro con i quali si potrebbe sfamare l’Africa a salsicce». Quello dei calzini spaiati è un vero dramma, un mistero irrisolvibile. «Dove vanno a finire i calzini, quando perdono i loro vicini? Dove vanno a finire beati, i perduti con quelli spaiati, quelli a righe mischiati con quelli a pois, dove vanno nessuno lo sa», si chiede Vinicio Capossela nella sua canzone Il paradiso del calzini.