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 2017  luglio 07 Venerdì calendario

L’Italia dell’Invalsi

In seconda elementare sono tutti bravi. Sia che si tratti degli alunni abruzzesi, veneti o liguri. Anzi, i migliori sono i bambini della Basilicata, insieme con i molisani e gli umbri. Bravi sia in italiano (comprensione del testo e grammatica), sia in matematica. In quinta, cominciano le prime differenze e la corsa verso l’alto degli alunni del nord-ovest e quella verso il basso dei bambini di sud e isole. Differenze che si fanno più forti in terza media e che si consolidano al secondo anno delle superiori, così da avere studenti molto più preparati nel nord Italia e meno in Sicilia e Calabria. È l’Italia secondo l’Invalsi, il test di italiano e matematica che coinvolge alunni di seconda e quinta elementare, studenti di terza media e della seconda superiore. Quest’anno sono stati in 2 milioni e 230mila.
Le differenze
I risultati hanno restituito l’immagine di un Paese diviso proprio sulle competenze d’italiano e matematica. Un divario che aumenta con il grado di scuola e che vede ad esempio gli studenti delle terze medie di Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Lombardia con i punteggi migliori d’Italia e quelli di Sicilia e Calabria con i peggiori. Lo stesso vale per le prove dei ragazzi del secondo anno della scuola superiore, dove la distanza tra nord e sud se possibile aumenta ancora con nord-est e nord-ovest nettamente sopra la media, sia in italiano che in matematica, e sud e isole molto al di sotto: veneti e lombardi hanno avuto i punteggi migliori, calabresi e sardi i peggiori. Confermati anche quest’anno punteggi più alti nei licei rispetto agli istituti tecnici. Ma nel divario tra nord e sud d’Italia va segnalato anche l’andamento dei risultati nel corso degli anni dalla primaria alle superiori: in miglioramento nelle scuole settentrionali e del centro. Peggiorano invece al sud e nelle isole con forti differenze tra una scuola e l’altra. Non solo. L’Invalsi ha misurato il «valore aggiunto» di ogni scuola in base all’efficacia del proprio insegnamento e alle competenze ottenute dai suoi studenti. Ecco, anche quest’anno in molte scuole del sud c’è stato un alto valore aggiunto «negativo»: scuole, cioè, i cui risultati sono al di sotto di quelli raggiunti da studenti con la stessa capacità iniziale, ma iscritti ad altre scuole.
Le eccezioni
Ma in un sud sempre in coda alle classifiche, va pure segnalato l’exploit alle elementari della Basilicata e del Molise: le due regioni hanno ottenuto risultati molto superiori alla media del sud e vicini alle «virtuose» del nord. Ci sono poi i ragazzi di Trento: dalle medie alle superiori si sono rivelati i più bravi d’Italia in matematica. Ma quello di quest’anno è stato l’ultimo Invalsi «tradizionale». Dal 2018, quello di terza media si svolgerà durante l’anno (non più a giugno) e sarà al computer. Nel 2019 entrerà poi nella nuova maturità e servirà a valutare italiano, matematica e inglese. «Quella dell’Invalsi – dice la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli – è una fotografia “parlante” che ci consente di osservare punti di forza e debolezze del sistema e serve a riconoscere quanto di positivo c’è e gli interventi mirati per colmare divari e creare condizioni di pari opportunità».