la Repubblica, 7 luglio 2017
L’amaca
ROMA. Una macchina imbocca via del Corso contromano e “a velocità sostenuta” secondo il rapporto di polizia. È una infrazione clamorosa e, di questi tempi, sospettabile delle peggiori intenzioni. Agenti in pattugliamento (anche con mansioni antiterrorismo) ovviamente la fermano, armi alla mano, e identificano il guidatore, che non oppone resistenza. Al suo fianco c’è un cantante, l’inglese Morrissey. È piuttosto famoso, ma non abbastanza da essere riconosciuto dagli agenti: circostanza che lo indispone al punto di decidere, in seguito all’episodio, di annullare i suoi concerti in Italia.
Bisognerà avvertirlo, con la dovuta delicatezza, che il novanta per cento degli italiani – percentuale approssimata per difetto – non solo non lo riconoscerebbe per la strada, ma non sa nemmeno chi sia. Bisognerà anche spiegargli che in Europa, a parte l’ascolto attento e appassionato delle sue canzoni, sono in corso anche altre attività: tra queste, fermare un’automobile che percorre contromano e a forte velocità una via gremita di gente non è tra le meno importanti. Avrebbe potuto accadergli di essere bruscamente fermato, per le stesse ragioni, anche a Londra o Parigi. O Morrissey cambia autista, o rischia di dover disdire anche i concerti in Inghilterra e Francia.