La Gazzetta dello Sport, 6 luglio 2017
L’operazione al naso che ha fatto rinascere Fabio Aru
«Sono rinato, e questo grazie al professor Antonino Cassisi. Prima nel mio naso non passava un filo d’aria, ora respiro. Nino è un grande chirurgo e una grande persona, basta vedere quello che fa con la sua fondazione per i bambini dell’Armenia». Una decina di giorni fa a Ivrea, appena conquistato il tricolore, Fabio Aru aveva svelato questo importante retroscena sulla sua salute. Al prof. Cassisi, primario della chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, abbiamo quindi chiesto di cosa si tratta. «Fabio soffriva di un’importantissima ipertrofia dei turbinati inferiori – spiega il chirurgo —. Abbiamo puntato per un intervento molto conservativo e poco invasivo perché toglierli sarebbe stato un errore. Si poteva creare quella che viene definita “sindrome del naso vuoto” con conseguente secchezza cronica della mucosa nasale che frequentemente conduce a infiammazione e dolore».
Che cosa sono e che funzione hanno i turbinati?
«I turbinati sono strutture ossee ricoperte da mucosa presenti nella fosse nasali. Internamente c’è un corpo cavernoso ipervascolarizzato. La loro funzione è quella di umidificare, filtrare e riscaldare l’aria inspirata con il naso. Con l’ipertrofia si ha l’occlusione nasale».
Questo cosa comporta?
«Comporta che la persona è costretta a respirare solo con la bocca. Vi ricordate le immagini di Fabio nei momenti di grandissimo sforzo? Aveva sempre la bocca spalancata, ora è cambiato. Il problema è che respirando con la bocca aperta non hai più il filtro quindi butti nei polmoni anche il pulviscolo presente nell’aria. Questo espone a un maggior rischio di malattie, come per esempio le tracheobronchiti. Ma l’ipertrofia dei turbinati è fastidiosa anche perché quando ti sdrai non respiri più, quindi sei costretto a respirare a bocca aperta con conseguenti disturbi del sonno. Chi soffre di questo problema spesso dorme male: russa, ha gola secca, mal di testa».
Lei con Aru ha un rapporto speciale: come mai?
«Con lui e con tanti altri ciclisti: Nibali, Sagan, Basso, Vanotti, Felline, Viviani, Tiralongo, Kreuziger, Pozzato... Sono tutti ragazzi che mi sono vicini in “Cycling for Armenia”, un progetto per aiutare bambini nati con malformazioni cranio-facciali. C’è bisogno».