ioDonna, 1 luglio 2017
Quel 2 agosto che ci ha cambiato la vita
L’intreccio. Sono giorni normali, uguali agli altri, quelli in cui capita addosso la Storia. I personaggi del nuovo romanzo di Maria Pia Ammirati sono intenti a considerare straordinarie le piccole cose quotidiane, il matrimonio che si consuma con gli anni, i figli, le vacanze d’agosto, quando l’orologio sta per battere un tempo da cui non si torna più indietro. L’autrice conduce con un ritmo implacabile i vettori di tutte queste esistenze verso un centro che le inghiotte e le rinnova: la strage alla stazione di Bologna e un incidente stradale che diventa quasi una scheggia dello stesso fuoco.
Libro a tre dimensioni. Si legge con tutti e cinque i sensi. Non c’è nessuno scollamento tra ciò che accade, ciò che si pensa e ciò che si dice: siamo portati dentro la casa di Matilde e Augusto, prendiamo il caffè con loro. Nella casa vicina, entriamo con Marta che Domenico lascia sempre incinta. Vaghiamo con Silvano nelle stanze d’ospedale. Scaviamo con le mani nelle macerie con Gianna, dopo l’esplosione, e sentiamo la polvere in bocca. Gli aggettivi qui non decorano: scolpiscono.
Intimità dei personaggi. L’autrice non ha bisogno di difendere i suoi personaggi: li espone alla verità, e tanto basta ad amarli. Ci fa stare in compagnia di ognuno, ci immerge nella loro sensibilità. Ci fa condividere le pieghe più intime delle loro fragilità, disegnando una vera commedia umana. C’è qualcuna di noi nel perfezionismo di Matilde, che invidia la vita sensuale di Marta. E ci siamo tutti nei pensieri che cercano rifugio in qualcosa che tenga, che metta in ordine i giorni dell’esistenza.
Anni ‘70 e ‘80. Chi ha vissuto quel passaggio sorriderà e un po’ si commuoverà. Le gonne sopra il ginocchio, la pillola per non fare figli secondo gli umori del marito, la nuova legge sull’aborto, la donna che lavorava, ma spesso no. I rotocalchi femminili da cui imparare ad amare, il silenzio sotto alle lenzuola. Le code in autostrada con il solleone prima delle vacanze. È un’estate umana, con le persone che si incontrano, si toccano, questa, e ci fa pensare.
La vita, nonostante tutto La bomba che esplose alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 ha una potenza devastante che avvicina gli anni di piombo alle cronache di un altro terrore oggi. Gli uni e l’altro colpiscono l’innocenza e ne decretano la fine. Eppure l’autrice in conclusione sceglie la luce. Nulla sarà più come prima: ma chi è rimasto onora la vita. Raccoglie quel che ha per ripartire, o anche solo per provare a farlo. È l’opportunità di rinascita dopo ogni morte il gusto con cui ci congeda Maria Pia Ammirati, con un colpo d’ala, di gioia, scampato al disastro.