la Repubblica, 5 luglio 2017
La storia di Rossella dovrebbe iniziare così
A David O. Selznick Appunti dattiloscritti 10 gennaio 1939.
Via col vento.
Giusto una parola sull’inizio. Per evocare istantaneamente il romanticismo del vecchio Sud suggerisco di prendere a prestito dai trailer. Sopra le pagine del libro che si sfogliano vedrei un montaggio di due o tre minuti delle più belle immagini scattate prima della guerra accompagnate dalle canzoni di Stephen Foster. Vedrei inquadrature di giovani a cavallo, negri che cantano, persone che cucinano su una griglia in campo lungo, immagini di Tara e Twelve Oaks, carri e giardini, felicita e allegria.
In alternativa, apriamo con un’attrice in crinolina e due giovani sconosciuti.
L’aspettativa sarebbe allo stesso tempo placata e acuita da questo montaggio. Poi possiamo passare a una storia di amore deluso, sorveglianti che tradiscono, negri che sgobbano e ragazze che litigano, necessari alla trama perché semplici episodi su questo sfondo di bellezza. E su questo sfondo visto o rievocato che mettiamo in scena il film, e ciò che mi è mancato fin dall’inizio è stato un senso di felicità.