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 2017  luglio 05 Mercoledì calendario

Caso Consip, domiciliari per Alfredo Romeo. «Ma non c’è il braccialetto elettronico»

Roma Alfredo Romeo ottiene i domiciliari ma resta a Regina Coeli. La misura a vantaggio dell’imprenditore del caso Consip, arrestato il primo marzo per una tangente da 100 mila euro, non può essere applicata perché non sono disponibili braccialetti elettronici. Col paradosso che la decisione favorevole del giudice si ritorce contro l’indagato che l’ha ottenuta. Nella sua situazione ci sono in Italia 122 persone (dati aggiornati al 28 giugno) con tempi di attesa per avere il dispositivo elettronico di controllo a distanza che vanno dai 20 giorni al mese.
Una settimana fa la vicenda si era riproposta identica per un altro detenuto illustre, l’attore Domenico Diele, arrestato per omicidio stradale e rimasto in carcere nonostante il via libera alla detenzione attenuata. In quella occasione il guardasigilli Andrea Orlando aveva sottolineato che c’è una richiesta pendente di 12 mila braccialetti affidata a una gara del ministero dell’Interno che doveva avviare la fornitura a partire da giugno. Il bando europeo si è chiuso il 2 febbraio scorso, lotto ristretto a tre candidati (Fastweb, Rti engineering e Telecom), base d’asta a 45 milioni di euro per 27 mesi. Il vincitore, anche se in ritardo, è stato già individuato, ma per l’annuncio e l’attivazione del contratto vanno attesi i 30 giorni concessi dalla legge per eventuali ricorsi.
Ad oggi sono disponibili 2.000 braccialetti, dotazione decisa nel 2013 dall’allora ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che dopo uno studio sull’applicabilità della misura affidò il servizio da 10 milioni di euro annui a Telecom. I dispositivi sono stati utilizzati in questi anni per 9.000 detenuti e un totale di 1 milione e 900 mila giorni. Ma dopo una partenza a rilento tra diffidenza, burocrazia e poca conoscenza delle procedure (i braccialetti sono in possesso del Viminale al quale i giudici devono fare richiesta), oggi il fabbisogno eccede la disponibilità. Così, se nei primi sei mesi del 2013 i braccialetti attivati erano solo 26 e ancora nel 2014 erano 55, col nuovo bando si punta ad averne mille in più ogni mese.
Nel frattempo la giurisprudenza si è divisa. E, a differenza di Romeo, altri detenuti hanno visto riconosciuto il diritto a veder applicata la sentenza a loro favorevole. È successo a Bergamo con Giovanni Cottone, l’ex marito di Valeria Marini, che dopo 184 giorni a San Vittore per il crac della Maxwork ha ottenuto ad aprile i domiciliari. Misura all’inizio non applicata e poi resa possibile da un ricorso al gip. «Il ritardo non può ricadere sul detenuto», ha riconosciuto il giudice, sposando una linea gia affermata dalla Cassazione. Secondo la Suprema Corte «la tecnologia di controllo è solo un accessorio, ma non è parte integrante della misura cautelare, che va comunque eseguita nel caso in cui siano i ritardi burocratici».
Sorte in parte diversa per Giandomenico Monorchio, figlio dell’ex Ragioniere dello Stato, Andrea, e arrestato nell’inchiesta capitolina sui Grandi Appalti: ha ottenuto i domiciliari a gennaio anche in mancanza del braccialetto ma con l’ulteriore limitazione di non poter risiedere a Roma.