Corriere della Sera, 5 luglio 2017
Il successo del Billy Elliot indiano, dai bassifondi al balletto classico Posada Étoile
Con questa parola spagnola si indica un motel o una locanda. Il termine è diffuso in tutto il Centro America. Può essere di lusso ma anche low cost. A Cuba sono diffuse anche le case particular, abitazioni private che vengono affittate ai turisti
Con questa parola francese viene indicato il primo ballerino o la prima ballerina, cui sono riservati i ruoli da protagonista e gli assoli di un balletto e di una coreografia. L’equivalente britannico è il Principal. È il grado più alto di una compagnia di danza.
Quando a sei anni ha iniziato a ballare negli slum di Mumbai nessuno avrebbe scommesso una rupia sul suo destino. Ma oggi Amiruddin Shah – o Amir come preferisce essere chiamato – è diventato per tutti il Billy Elliot indiano. E presto potrebbe solcare i palcoscenici più famosi del mondo.
Figlio di un saldatore, ultimo di sei fratelli, Amir per molto tempo non è stato conscio del suo talento. «Qualche volta mi chiedevano di danzare ai matrimoni oppure facevo un po’ di hip hop in strada. Mi veniva naturale ma non sapevo certo cosa fosse un arabesque o una piroetta», ha raccontato ai quotidiani locali.
Difficile per lui trovare qualcuno che lo iniziasse al balletto a Vashi, sobborgo alle porte di Mumbai. In India classici della danza come il «Lago dei cigni», «Lo Schiaccianoci» o «Coppelia» non sono certo popolari. E, anzi, un maschio che ama ballare non è certo una di quelle cose che ci si augura di avere in famiglia.
Poi, un anno e mezzo fa, il colpo di fortuna. L’ex ballerino americano di origini israeliane Yehuda Maor viene invitato in India a insegnare dalla Danceworx Academy, ong decisa a diffondere il balletto in India. Yehuda scopre Amir che nel frattempo si è iscritto a una scuola gratuita di danza moderna. Ed è amore a prima vista. «È un ragazzino davvero speciale. Nonostante non avesse mai studiato danza classica, certi movimenti per lui erano innati, così come spontanea è la sua eleganza», racconterà alla Bbc dopo essere diventato il suo mentore.
Passano pochi mesi e sotto la supervisione di Maor, il ragazzo impara le figure che generalmente richiedono anni di scuola. Plié, entrechat, jeté : intere giornate alla sbarra danno i loro frutti. «È come un diamante in una montagna di pietre», dirà ancora Maor.
Il modello del giovane talento diventa Daniil Simkin, il russo entrato nel gotha della danza classica al pari di Roberto Bolle e Sascha Radetsky. A differenza di Simkin, Amir però non è figlio d’arte e la sua famiglia non può sostenerlo. Tutto finito allora? No, perché sulla sua strada si presenta una nuova opportunità. Per consentirgli di frequentare la Jacqueline Kennedy Onassis School dell’American Ballet Theatre di New York, il suo insegnante lancia un crowdfunding. Alla lista dei sostenitori si aggiunge Yusuf Hamied, magnate indiano dell’industria farmaceutica. Al miliardario basta vedere un paio di video su YouTube per convincersi a staccare un assegno.
Il finale di questa storia, insomma, è di quelli che fanno ben sperare. In agosto il Billy Elliot indiano partirà alla volta di New York, dove non solo coronerà il sogno di essere inserito in una delle scuole di danza migliori del mondo ma potrà anche conoscere il suo idolo Daniil Simkin. Alla faccia di chi pensa che un ragazzo dei bassifondi non possa diventare un étoile.