La Stampa, 5 luglio 2017
Enzo Ciconte: «L’’ndrangheta? Un’organizzazione unica al mondo per gestire l’impero globale»
«L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria dimostra ancora una volta come la ’ndrangheta sia un’organizzazione criminale unica al mondo». È questo il primo commento dello scrittore Enzo Ciconte, fra i massimi esperti delle associazioni mafiose che ha appena pubblicato il suo ultimo volume «Mafie del mio Stivale, Storia delle organizzazioni criminali italiane e straniere nel nostro Paese» edito da Manni.
Clan, Locali, Corone, perché la ’ndrangheta calabrese ha una struttura così complessa?
«Camorra e mafia anche nel loro momento di massima espansione hanno esteso il loro dominio al massimo sulla loro regione, magari con qualche sporadica presenza in altre parti d’Italia. La ’ndrangheta invece si è riprodotta in mezzo mondo, radicata in Calabria è presente a Roma, nel Nord Italia, in Europa e perfino in Australia e Canada. Per governare questo impero c’è bisogno per forza di una struttura di comando. Non una “cupola” alla siciliana, ma una camera di compensazione che entra in funzione solo quando c’è da dirimere qualche controversia».
Un antistato con la sua legge
«Una giustizia che funziona benissimo, con un solo grado di giudizio e sentenze immediatamente esecutive. È un meccanismo perfetto, da una parte la ’ndrangheta ti premia, se ti comporti bene ti fa salire le gerarchie del clan, ti assegna le “doti”, dall’altra se sgarri ti punisce».
Eppure tutti questi riti danno l’immagine di una organizzazione arcaica.
«Il richiamo continuo alla storia dell’associazione è un punto fondamentale, crea legame all’interno della cosca ed è attrattivo per i nuovi affiliati. Con quei riti gli ’ndranghetisti dicono “siamo “fratelli”, siamo un’organizzazione forte, con le radici ben piantate nel nostro territorio”».
E le nuove leve sembrano sensibili al richiamo
«L’appartenenza alla cosca passa di generazione in generazione. Solo che adesso i rampolli delle famiglie non portano più la coppola ma indossano giacca e cravatta. Loro hanno il compito di gestire l’ingresso nel mondo dell’economia legale, dovranno garantire che, prima o poi, la cosca possa riemergere reinvestendo alla luce del sole i profitti finora accumulati illecitamente».