4 luglio 2017
APPUNTI PER GAZZETTA - CARRI ARMATI DEGLI AUSTRIACI ALLA FRONTIERAREPUBBLICA.ITBRUXELLES - Libia, redistribuzione di rifugiati, rimpatri dei migranti economici, prevenzione delle migrazioni con interventi nei Paesi di origine
APPUNTI PER GAZZETTA - CARRI ARMATI DEGLI AUSTRIACI ALLA FRONTIERA
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BRUXELLES - Libia, redistribuzione di rifugiati, rimpatri dei migranti economici, prevenzione delle migrazioni con interventi nei Paesi di origine. ll piano di azione a sostegno dell’Italia deciso oggi dalla Commissione prevede diversi livelli di intervento e di accelerazione, sulla base di misure già decise nei mesi scorsi. Ci sono compiti per la Commissione e le agenzie Ue, gli Stati e l’Italia.
L’intento è quello di "ridurre la pressione" e "aumentare la solidarietà". Tra le misure, che costituiranno la base per le discussioni nel Consiglio Giustizia e Affari Interni informale che si terrà a Tallinn, in Estonia, c’è la disponibilità di una squadra di reazione rapida di oltre 500 esperti in rimpatri della Guardia Costiera e di Frontiera Europea, "pronta ad essere dispiegata alla richiesta dell’Italia" e l’aumento dei fondi destinati alla gestione delle migrazioni, con 35 mln di euro addizionali pronti ad essere smobilizzati "immediatamente". All’Italia si chiede di attuare rapidamente la legge Minniti creando ulteriori hotspot per la registrazione e migliorando le capacità di detenzione.
Un momento della riunione sul tema migranti tra il ministro dell’Interno Marco Minniti, i colleghi tedesco e francese Thomas de Maizière e Gerard Colomb e il commissario europeo per gli Affari interni Dimitri Avramopoulos a Parigi, 2 luglio 2017. Minniti riferirà domani pomeriggio alle 18,30 nell’Aula del Senato sul vertice europeo dedicato all’immigrazione
Condividi• FONDO PER L’AFRICA
La Commissione Ue sollecita anche gli Stati membri a contribuire maggiormente al Fondo per l’Africa, mobilitando ulteriori 200 milioni e garantendo un finanziamento analogo per il 2018 e oltre da parte del bilancio Ue e degli Stati, per completare il contributo da 2,6 miliardi di euro dal budget europeo in linea con l’impegno preso alla Valletta nel novembre 2015. Tra le altre cose previste: andare avanti sulla riforma del regolamento di Dublino oltre a mobilitare le loro capacità per sostenere i rimpatri dei migranti irregolari dall’Italia. Assicurare la piena mobilitazione delle agenzie europee dell’asilo (Easo) e delle frontiere (Frontex), lanciare un nuovo programma di reinsediamento dai campi profughi nei paesi di transito, lavorare con la Libia i paesi del Sahel per un miglior controllo delle frontiere meridionali della Libia, aumentare gli accordi per i rimpatri nei Paesi di origine.
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• RIMPATRI
All’Italia Bruxelles chiede di accelerare sui rimpatri, applicando procedure veloci e avvalendosi dei motivi di inammissibilità. Si raccomanda inoltre di elaborare un elenco nazionale di paesi di origine sicuri, emettendo decisioni di rimpatrio in contemporanea con quelle sull’asilo, valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza, ed evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo.
• AREE SALVATAGGI
La Commissione europea si impegna a sostenere "l’organizzazione di un Centro di coordinamento per i salvataggi in mare pienamente operativo in Libia". Un rafforzamento ulteriore della capacità delle autorità libiche sarà garantito con un progetto da 46 milioni di euro preparato in modo congiunto con l’Italia. Anche Tunisia e Libia sono invitate a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio (Sar) e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo. I due Paesi non hanno mai istituito le loro Sar, che servono a delimitare l’area di mare per cui sono competenti per le operazioni di ’search and rescue’.
• SBARCHI NEI PORTI
Sulla Richiesta italiana di condividere con altri Paesi lo sbarco nei porti dalle navi delle ong cariche di migranti (non accolta da Francia e Spagna) il vicepresidente della commissione Timmermans ha detto di sostenere pienamente lo sforzo in corso dell’Italia "ma abbiamo anche altri 27 Stati membri che forse hanno delle altre idee: vedremo giovedì alla riunione dei ministri dell’Interno che cosa possiamo fare: io ho piena fiducia nei piani di Minniti". È chiaro, però, che "sui ricollocamenti dei rifugiati possiamo procedere più velocemente".
• EGITTO, TUNISIA E ALGERIA NEL SEAHORSE
Gli Stati membri dell’Ue dovrebbero "aiutare a premere, insieme alla Commissione e al Seae, per fare sì che Egitto, Tunisia e Algeria si uniscano al Seahorse Mediterranean Network", programma che mira a rafforzare la sorveglianza sui confini libici, implementato da sette Stati (Spagna, Italia, Malta, Francia, Grecia, Cipro e Portogallo). In più, secondo la Commissione, Tunisia, Libia ed Egitto dovrebbero "dichiarare le proprie aree di ricerca e soccorso e stabilire formalmente un Centro di salvataggio e coordinamento marittimo".
• REINSEDIAMENTI
La Commissione Europea lancia un nuovo programma di reinsediamenti di richiedenti asilo attualmente in Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan, insieme all’Unhcr. Il programma, che ha decorrenza immediata ed è volontario come tutti gli schemi di reinsediamento, dovrebbe contribuire a ridurre il cosiddetto ’pull factor’, il fattore di attrazione, aprendo vie legali per arrivare in Europa alle persone bisognose di protezione internazionale che si trovano in quei Paesi.
• ONG
L’Italia dovrebbe preparare, in consultazione con la Commissione, e sulla base di un dialogo con le organizzazioni non governative, un codice di condotta per le ong che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Si legge nel Piano d’azione della Commissione Ue per alleviare la pressione migratoria sull’Italia. "Il codice di condotta servirà a fare chiarezza e ad evitare gli equivoci", spiega il vicepresidente vicario della Commissione Ue Frans Timmermans, dicendosi convinto che le ong sono guidate "dal loro impulso umanitario".
• REGISTRAZIONI ERITREI
All’Italia Bruxelles chiede di rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento, "registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti nel Paese, centralizzando e standardizzando la procedura, consentendo il trasferimento dei minori non accompagnati". Inoltre si sollecita a "dare prova di maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri".
JUNCKER E GLI AUSTRIACI
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) aggiorna i numeri sugli arrivi in Europa dal Mediterraneo nel 2017, segnalando lo sfondamento della soglia dei 100mila. Dallo scorso gennaio al 3 luglio, il totale è di 101.210. Quasi l’85% è giunto in Italia (85.183), mentre il resto è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). Le acque hanno inghiottito 2247 persone, ma i morti sarebbero stati di più se la guardia costiera libica non avesse salvato 10mila migranti, sottolinea Eugenio Ambrosi, direttore regionale dell’Oim. Proprio le motovedette libiche, accusate di aver sparato sui migranti e di aver provocato naufragi. "Ci sono molti difetti - ammette Ambrosi -, ma è quanto abbiamo al momento. L’addestramento è l’unico modo per migliorarlo. Sostenerli è l’unica scelta possibile, ma non è un assegno in bianco, c’è un monitoraggio".
Papa Francesco all’Ansa: "La presenza di tanti fratelli e sorelle che vivono la tragedia dell’immigrazione è un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra le culture, in vista della promozione della pace e della fraternità tra i popoli". In troppi, nell’Unione europea, non colgono l’opportunità di crescita. Quanto alla pace e alla fraternità, l’Austria minaccia di schierare l’esercito al Brennero, dove vengono avvistati quattro blindati. E la Farnesina convoca l’ambasciatore di Vienna a Roma, Renè Pollitzer. A parte i "simpatici" scambi con i frontalieri, l’aggravarsi dell’emergenza migranti in Italia, con il conseguente richiamo del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a una concreta dimostrazione di solidarietà da parte degli Stati membri della Ue, scarica anche sulle istituzioni europee una pressione senza precedenti. Come spiega bene un episodio avvenuto questa mattina, durante l’assemblea plenaria all’Europarlamento di Strasburgo.
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Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, chiamato a relazionare sui risultati del semestre di presidenza maltese della Ue e della crisi migratoria, ha polemicamente preso atto che ad ascoltarlo sono stati ben pochi parlamentari. "Saluto i deputati che si sono presi la pena di essere presenti, ma il fatto che siano una trentina (su 751, ndr) dimostra a sufficienza che il Parlamento non è serio". Poi, Juncker è andato giù duro: "Siete ridicoli, il Parlamento europeo è ridicolo". Parole inaccettabili per il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, che non ha esitato a interrompere Juncker: "Moderi i termini, signor presidente, può criticare il Parlamento, ma le ricordo che non è la Commissione a controllare il Parlamento, ma il contrario". Al che Juncker ha replicato con una ironica e velenosa constatazione: "In questa plenaria solo pochi deputati controllano la Commissione". Quindi, la promessa di non mettere più piede "a riunioni di questo genere".
Boeri (Inps): "Porte chiuse agli immigrati? L’Italia perderebbe 38 miliardi"
Il portavoce di Antonio Tajani, Carlo Corazza, fa sapere in una nota che il presidente del Parlamento Ue si è successivamente incontrato con Juncker, che si è scusato per i termini utilizzati. "Per Tajani l’incidente è chiuso" sottolinea il portavoce, ricordando come lo stesso presidente del Parlamento Ue abbia sollevato "il tema della presenza degli europarlamentari in Aula durante determinati dibattiti alcune settimane fa, durante la Conferenza dei Presidenti".
La Commissione Europea discute e presenta oggi a Strasburgo anche le misure in sostegno dell’Italia, che dovrebbero formare la base per la discussione nel prossimo Consiglio Affari Interni informale di Tallin. Da Strasburgo, Juncker ha promesso: "Con quanto la Commissione europea delibererà oggi dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l’Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d’obbligo. Non abbiamo diritto di perderci negli egoismi nazionali. La Commissione ha fatto molto ma non tutto quanto avrebbe dovuto fare perché i nostri mezzi tecnici e finanziari sono limitati". Quindi il presidente della Commissione ha concluso il suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo con un emblematico: "Viva l’Italia".
Gli ampi vuoti tra i banchi dell’Europarlamento sono la plastica rappresentazione di quella sensazione di disinteresse per i problemi italiani che persiste nell’azione, e soprattutto nella non azione, di molti Stati membri. Francia e Spagna hanno lasciato intendere di essere pronte ad accogliere richiedenti asilo, non ad alleggerire l’Italia del peso dei migranti cosiddetti economici, che poi sono la stragrande maggioranza di quanti sbarcano nei porti italiani provenienti dall’Africa attraverso l’ "hub" libico. Il premier francese Edouard Philippe, in particolare, parlando della crisi dei migranti nel suo primo intervento davanti al Parlamento riunito in seduta solenne a Parigi, ha motivato la linea: "Accogliere, sì, aiutare sì, subire no, mai".
La Commissione europea ha appena aperto la procedura d’infrazione contro Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, tre dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad che non hanno ricollocato al loro interno la quota di richiedenti asilo concordata a livello Ue nel 2015. Loro, non hanno fatto.
Sostenuti, nel condiviso atteggiamento di chiusura, da un’Austria che invece fa. Dopo il minacciato dispiego dell’esercito al confine da parte del ministro della Difesa, Hans Peter Doskozil, hanno anche annunciato l’arrivo di mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache. Come scrive l’agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende anche 750 militari, 450 dei quali da reparti stanziati nella regione del Tirolo, i restanti dal comando militare della Carinzia. Con il plauso del governatore della regione tirolese Günther Platter: "Occorre dare segnali inequivocabili nei confronti dell’Italia e dei profughi, che al Brennero non è possibile transitare. Se la situazione lo richiedesse, sono dell’avviso che non si debba tenere conto delle norme dell’Unione Europea". "Iniziativa ingiustificata e senza precedenti" la definisce il ministro dell’Interno, Marco Minniti , "come risulta evidente non c’è alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente". E Roma convoca ambasciatore austriaco.
La solidarietà è un fallimento, denuncia laconicamente il primo ministro maltese Joseph Muscat, intervenendo nella plenaria dell’Europarlamento proprio per illustrare i risultati della presidenza maltese del Consiglio Ue, conclusasi il 30 giugno. "Sulle migrazioni, con tutte le buone intenzioni e le dichiarazioni, quando si tratta di una solidarietà effettiva, noi, gli Stati membri dell’Ue, dovremmo vergognarci tutti di quello che abbiamo fatto. Paesi come l’Italia hanno visto centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini raggiungere le sue coste: guardiamo a questa Europa che, su questo argomento, è un fallimento".
Il Parlamento Ue, dove è in corso il lavoro dei gruppi parlamentari sulla proposta di riforma del Trattato di Dublino da negoziare con la Commissione e il Consiglio Ue, si aspettava un’accelerazione sulla via della responsabilizzazione collettiva con l’esordio del semestre di presidenza estone, dopo le delusioni della molle reggenza maltese. La doccia fredda è stata pressocché immediata, quando il ministro dell’Interno estone, Andres Anvelt, ha messo in chiaro che giovedì prossimo a Tallin, nell’attesissimo vertice con i suoi omologhi dell’Unione, si ascolteranno le argomentazioni italiane, ma non sarà adottata alcuna decisione per venirle incontro. Anche se la Commissione Europea incalza con le misure in sostegno dell’Italia, che dovrebbero formare la base per la discussione nel prossimo Consiglio Affari Interni informale di Tallin.
In un’intervista a Le Figaro, il commissario europeo per le migrazioni, Dimitri Avramopoulos, ha posto l’accento sulla necessità di un maggior impegno "collettivo" dei Paesi Ue sui rimpatrii dei migranti economici, aspetto di per sè indispensabile in una politica migratoria globale, ma che di fronte a una situazione "insostenibile" devono necessariamente aumentare. Dall’inizio dell’anno, ha spiegato il commissario Ue, l’agenzia Frontex ha organizzato 168 voli congiunti e favorito il rimpatrio di oltre 7.886 persone. I rimpatrii costano e presuppongono "condizioni umane" per chi viene rispedito a casa. Avramopoulos ha quindi ricordato come l’Italia abbia sbloccato un contributo da quattro milioni di euro per il Fondo per l’Africa, la Germania 50 milioni mentre la Francia appena tre: "Cifra è troppo bassa" per Avramopoulos, che ha invitato Parigi a "impegnarsi di più". "La principale sfida", ha sottolineato il commissario Ue, è "ottenere la cooperazione dei Paesi di origine perché accolgano i migranti" di ritorno. Ma in quei Paesi, ha deplorato Avramopoulos, "manca la volontà politica"
Gli immigrati: ossigeno per il sistema previdenziale. Chiudendo le frontiere agli immigrati "rischiamo di distruggere il nostro sistema di protezione sociale", ammonisce Boeri. I lavoratori che arrivano in Italia sono sempre più giovani, la quota degli under 25 è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015, e pertanto si tratta di 150.000 contribuenti in più l’anno, che bilanciano in parte il calo delle nascite.