Corriere della Sera, 4 luglio 2017
Il congedo di paternità è obbligatorio soltanto sulla carta
Vi piacerebbe poter contare su due giorni di libertà dal lavoro e intascare lo stesso lo stipendio? Domanda retorica, in apparenza. Chi direbbe mai di no? Invece migliaia di lavoratori dipendenti rinunciano all’opportunità. Parliamo dei padri. La legge garantisce loro due giorni di paternità obbligatoria senza un euro in meno in busta paga. Nel 2014 – secondo i dati Inps – hanno colto l’occasione in 67.664. Nel 2015 in 72.630. E l’anno scorso in 88.496. La buona notizia è che i padri in congedo obbligatorio aumentano di anno in anno. La cattiva è che restano a casa meno di 90 mila papà quando nel 2016 in Italia sono nati 474 mila bambini. Tutti figli di imprenditori e liberi professionisti? Permetteteci qualche dubbio. La questione è delicata anche perché qui parliamo del congedo di paternità obbligatorio per legge. Insomma, andrebbe utilizzato. Punto e basta. In realtà fino all’anno scorso c’erano anche alcuni giorni facoltativi, questi sì ignorati dai neopadri. Tanto che nel 2014 li hanno usati in 8.131, per poi salire a 9.582 nel 2015 e di nuovo scendere a 8.807 l’anno scorso. Sarà uno dei motivi per cui nel 2017 sono stati tolti del tutto? Ma questo è un altro discorso. Certo è che partire con il piede giusto aiuta anche nella gestione dei figli. Visto che si fanno in due, sarebbe bene continuare anche a occuparsene insieme. Il congedo di paternità permette di entrare subito nella giusta ottica di condivisione. Che poi, per le famiglie, vuol dire contare su due stipendi invece di uno. Perché – diciamola tutta – solo condividendo i compiti di cura le donne riescono a tenersi stretto il lavoro. Per questo i disegni di legge in Senato e alla Camera che introducono 15 giorni di congedo obbligatorio andrebbero nella direzione giusta. Per finire sia chiaro: questa non è una battaglia delle donne ma di madri e padri insieme. Se mariti e compagni non prendono il congedo, il segno è uno soltanto: il congedo di paternità è un diritto clandestino. Avanti di questo passo e lo resterà anche in futuro.