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 2017  luglio 03 Lunedì calendario

Il mistero di Amelia, cani e laser per trovare l’aviatrice degli Oceani

Sono passati ottant’anni da quando è svanita nel nulla, e ancora si lavora per trovarla. L’americana Amelia Earhart stava per diventare la prima donna pilota a circumnavigare il pianeta quando lei e il suo navigatore, Fred Noonan, decollarono da Lae, in Nuova Guinea, a bordo di un bimotore Lockheed Electra, il 2 luglio del 1937. Qualcosa andò storto lungo il tragitto verso l’isola di Howland, nell’Oceano Pacifico centrale, e tutti e due scomparvero, apparentemente nel nulla. La sua sparizione suscitò moltissimo clamore: Earhart, che allora aveva quasi 40 anni, oltre che come pilota era famosa come scrittrice, come oratrice e addirittura come stilista, anche se veniva comunemente chiamata “un’aviatrice”. Oggi ci sono persone convinte di aver finalmente trovato le sue tracce e hanno lanciato una nuova missione per recuperare i suoi resti. Al centro dell’interesse dei ricercatori c’è Nikumaroro, un atollo corallino che fa parte delle isole della Fenice, nel minuscolo Stato oceanico di Kiribati. Una nave con un team di esperti è salpata alla volta dell’isolotto: con loro ci sono quattro cani esperti nello scovare resti umani.
Questa missione, che è salpata dalle Fiji qualche giorno fa, è una collaborazione tra il National Geographic, il tour operator Betchart Expeditions e The International Group for Historic Aircraft Recovery, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede in Pennsylvania, nota con il suo acronimo, Tighar. Gli esploratori non sono alla prima esperienza: questa sarà la loro dodicesima spedizione a Nikumaroro. «È come costruire un puzzle», dice Ric Gillespie, il direttore esecutivo.
Secondo l’ipotesi del team della Tighar Amelia Earhart e Fred Noonan virarono a sud rispetto alla rotta pianificata e atterrarono a Nikumaroro (chiamata all’epoca isola Gardner). Da lì inviarono richieste di soccorso usando l’energia ricavata dal motore dell’aereo, finché l’alta marea non trascinò via il velivolo. Gli aerei della marina sorvolarono poi l’isola in cerca dell’Electra, e non vedendolo passarono oltre.
Ma non tutti concordano con questa versione degli eventi. Alcuni hanno sostenuto e sostengono ancora che la Earhart era una spia e che fu catturata da agenti giapponesi: o che in qualche modo sia riuscita a tornare negli Stati Uniti e abbia vissuto fino a tarda età nel New Jersey sotto un altro nome. Storicamente, però la teoria più accettata è quella dell’inabissamento, secondo cui l’aereo della Earhart sarebbe precipitato direttamente nell’oceano. Sono stati scritti libri e articoli e lanciate costose spedizioni per confermare entrambe le teorie principali, ma nessuna è arrivata a una risposta definitiva. «Ci sono molte persone che vogliono credere a tutti i costi che riusciranno a trovarla», dice Dorothy Cochrane, curatrice del dipartimento di aeronautica del Museo nazionale aereo e spaziale di Washington. «Non è così importante per me. Quello che conta è la sua eredità».
La Cochrane è quasi certa che Earhart non abbia mai raggiunto Nikumaroro. Ma quelli della Tighar richiamano l’attenzione sui manufatti ritrovati sull’isola: una chiusura lampo di fabbricazione americana, frammenti di bottiglie fabbricate in America e pezzi di un barattolo compatibili con quelli usati da una società americana che produceva una crema anti-lentiggini negli anni 30.
Gillespie dice che ci sono diversi altri indizi a supporto della sua teoria, e cita documenti di trasmissioni radio, testimonianze di archivio sul ritrovamento di ossa sull’isola, una vecchia foto che sembrava mostrare l’Electra che spuntava fuori dall’acqua nei pressi dell’atollo nel 1937, e altro ancora, tutto accuratamente documentato sul sito della Tighar. «Quello che vuole il pubblico sono le ossa con Dna compatibile con quello della Earhart», dice Gillespie. È per questo che si sono portati dietro i cani. Ma dubita che questi cani possono scovare campioni di Dna utilizzabili a ottant’anni di distanza.
The New York Times News Service 2017 – Traduzione di Fabio Galimberti