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 2017  luglio 03 Lunedì calendario

Ma mi faccia il piacere

Magari. “L’annuncio di Re Giorgio: ‘Ormai tutto è pronto per la mia successione’” (la Repubblica, 2.7). Non illudetevi: è Giorgio Armani.
L’uovo di Minniti. “Fermiamo i migranti in Libia” (Marco Minniti, Pd, ministro dell’Interno, Il Messaggero, 2.7). È semplicissimo. Basta andare giù e dire ai migranti: “Mi raccomando eh? State lì!”.
Nozze gay. “Come vorrei che Matteo e Giuliano fossero presi da incantamento” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 2.7). Aridatece le Olgettine.
Che Tempo che faceva. “Resto in Rai per ragioni emotive e professionali” (Fabio Fazio subito dopo aver firmato con la Rai il nuovo contratto da 11 milioni e rotti in quattro anni, 29.6). In fondo in fondo, è sempre stato un sentimentale.
Lo Statista. “Io moderato e liberale” (Matteo Salvini, segretario Lega Nord, il Giornale, 27.6). Praticamente Luigi Einaudi, per dire.
Piano B. “Berlusconi: sono tornato e si vede, sto gi scrivendo il programma” (Corriere della sera, 26.6). Che fa, minaccia?
Senza e con. “I fedelissimi fanno quadrato: ‘Senza Renzi è finito il Pd’” (La Stampa, 30.6). Come con Renzi.
Trova l’errore. “Renzi in trincea: basta patti con questa sinistra” (Il Messaggero, 26.6). Bei tempi quando era B. a dire “Basta patti con questa sinistra”.
Karma e gesso. “Tranquilli, non perdete la calma: oggi dobbiamo essere zen, la parola d’ordine è Occidentali’s karma” (Matteo Renzi, segretario Pd, Il Messaggero, 28.6). Perbacco, che analisi.
Tra il Cernusco e il brusco. “Abbiamo vinto a San Donato e Cernusco, inoltre abbiamo preso ai 5 Stelle l’importante città di Mira!” (Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, Porta a Porta Speciale Elezioni, Rai1, 26.6). E ha dimenticato Cuneo.
Trovato il colpevole. “Soprattutto a questo è servito il grillismo: sbarrare la strada alla sinistra dopo il crollo di Berlusconi riconsegnare il paese alla destra. Da un certo punto di vista, un capolavoro politico” (Michele Serra, la Repubblica, 27.6). Quindi fu quel diavolo di Grillo, nel novembre del 2011, a costringere il Pd a rifiutare le elezioni anticipate per sostenere il governo Monti, cioè a suicidarsi perdendo 3,5 milioni di voti nel 2013. Ammazza che volpe.
Poveretto, come s’offre. “Renzi rimane il leader, questo voto non ha valore nazionale” (Gennaro Migliore, Pd, sottosegretario alla Giustizia, commentando la sconfitta del Pd ai ballottaggi comunali, Il Dubbio, 30.6). Ce l’aveva solo al primo turno, quando persero i 5Stelle.
Smemoranda. “Chi ha sottovalutato il No al referendum” (editoriale de la Repubblica, 27.6). Sarà mica stata la Repubblica, che al referendum si schierò per il Sì?
Smacchiare il leopardo. “Sconfitto io? Non mi pare proprio… I risultati delle amministrative 2017 sono a macchia di leopardo. Nel numero totale di sindaci vittoriosi siamo avanti noi del Pd, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché” (Matteo Renzi, 26.6). Dopo la mucca nel corridoio, il giaguaro da smacchiare e i gufi da combattere, ora siamo al leopardo. Quando chiude, lo zoo?
Rotture. “Rivolta nel Pd, Prodi contro Renzi. Franceschini: ‘Qualcosa si è rotto’” (la Repubblica, 28.6). Le palle.
Colpa di Virginia. “Caos turisti a Roma: presto filtri ‘anti-folla’” (Il Messaggero, 30.6). Prima i turisti non venivano per colpa della Raggi. Ora che ne vengono troppi per colpa della Raggi.
Waterche? “È il nostro Watergate” (Giuliano Ferrara sul caso Consip, il Foglio, 28.6). In effetti, per il Watergate si dimise il presidente Nixon e i giornalisti che scoprirono lo scandalo furono premiati col Pulitzer. Per Consip invece gli indagati sono tutti al loro posto, mentre hanno cacciato il testimone Marroni, vogliono cacciare il pm Woodcock ed è indagato il giornalista che ha scoperto lo scandalo. Più che il nostro Watergate, il nostro Water closed.
Calzini e cazzoni. “Non portava i calzini: il magistrato finisce sotto accusa. Interrogazione parlamentare di Barani attacca il procuratore di Massa Aldo Giubilaro anche per lo stile” (Corriere della sera, 28.6). Se li aveva turchesi era pure peggio.
Il titolo della settimana. “‘Ora basta parole’: migranti, dall’Italia ultimatum alla Ue” (Il Messaggero, 30.6). A parole.