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 2017  luglio 01 Sabato calendario

Omicidio Gloria Rosboch, la verità di Gabriele: «L’ho uccisa da solo»

Camicia a quadri, jeans ed il solito volto cupo e torvo. La notizia della sua ultima versione sull’omicidio, quella che ad ammazzare materialmente Gloria Rosboch sia stato solo ed esclusivamente lui, Gabriele Defilippi, ha già fatto il giro della rete, è sui social, su tutti i siti online. Qualcuno forza il cordone di guardie che lo scorta verso il furgone della polizia penitenziaria per riportarlo in carcere: «Gabriele, perché tutte queste bugie?». Lui, imperturbabile, i muscoli facciali che non tradiscono neppure un attimo di esitazione, tira dritto e si infila nel Ducato blu. Il procuratore capo, Giuseppe Ferrando, dopo due ore di requisitoria, ha appena pronunciato la sua richiesta di condanna: ergastolo per Defilippi, 20 anni di carcere per l’amico amante, Roberto Obert, il cinquantasettenne che ora lo stesso Gabriele scagiona.
Il diario memoriale
Restano, scolpite come sulla pietra, le parole scritte da Franco Freilone, psichiatra docente e specialista in psicologia forense e consulente nominato dal gip del tribunale di Ivrea, Alessandro Scialabba. Defilippi viene definito «manipolatore seriale, narcisista senza scrupoli, soggetto che piega la ricostruzione dei fatti a proprio vantaggio scaricando su altri le proprie responsabilità per una questione di difesa personale». E allora perché stupirsi di questo cambio di versione. Strategia processuale o cos’altro? Raccontavano che in questi mesi il principale imputato per l’assassinio della professoressa stesse scrivendo un diario. Era, appunto, il memoriale che ieri ha presentato in aula, prima di fare dichiarazioni spontanee.
Una presa di coscienza
Defilippi ha raccontato della sua infanzia difficile, del suo sentirsi un po’ donna un po’ uomo, di quelle accuse di pedofilia mosse, per sentito dire e poi smentite ieri, nei confronti di Obert, del delitto. «Che ho commesso materialmente io stesso, con un filo dello stendibiancheria comprato in un supermercato». Ha chiesto nuovamente scusa ai famigliari di Gloria. Per Giorgio Piazzese, che lo difende dallo scorso gennaio, una spiegazione c’è. «Soltanto oggi Defilippi ha trovato la forza di dire ciò che è successo. Il suo è stato un percorso di crescita interiore che oggi lo ha portato, anche con il nostro aiuto, a prendere coscienza di quanto accaduto e a riconoscere le proprie responsabilità». Poi, però: «Se ci aspettavamo che il pm chiedesse l’ergastolo? Alla luce della perizia, che dice che è una persona malata, e soprattutto di quanto Defilippi ha dichiarato addossandosi la responsabilità del delitto, è una richiesta di condanna che riteniamo eccessiva».
La storia del delitto
Per il procuratore capo il cambio di versione non sposta nulla: «È stata resa dopo infinite occasioni che aveva per dichiarare e spiegare i fatti. Oggi mi sembra un po’ tardi». In aula, ieri, è stato ricostruito il giorno del delitto, quel 13 gennaio del 2016 quando la professoressa esce di casa, saluta i genitori e dice che sarebbe rientrata presto. Non tornerà più. Marisa Mores, la mamma di Gloria, ieri non era in aula ad assistere all’udienza. Ha saputo da Stefano Caniglia, l’avvocato che rappresenta i Rosboch, dell’ultima confessione di Gabriele. «Che ad ucciderla fosse stato lui, noi lo abbiamo sempre saputo».