La Stampa, 1 luglio 2017
Banche venete, la liquidazione sospende le cause civili dei soci
Liliana Guzzo, presidente del Tribunale delle imprese di Venezia, ha già interrotto tutte le cause civili pendenti contro Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Sono alcune centinaia, in gran parte soci che avevano investito in azioni delle due ex popolari, i cui titoli erano stati di fatto azzerati un anno fa con il taglio del valore a 10 centesimi e azzerati completamente con la liquidazione dei due istituti. La decisione è l’effetto del decreto di lunedì scorso, spiega l’avvocato Maria Bruschi dello studio Zanvettor Bruschi. Con la liquidazione infatti «ai sensi del Testo unico bancario, non possono essere promosse né proseguite azioni civili».
A questo punto il percorso per ottenere un risarcimento si complica ancora di più. Le migliaia di soci che non aderito alla procedura di transazione proposta dai due istituti nella primavera scorsa e sono in causa con le due banche, entro 60 giorni dovranno richiedere ai commissari liquidatori il riconoscimento dei propri crediti. Quindi dovranno presentare la domanda per insinuarsi al passivo della liquidazione e infine far ripartire le cause interrotte o avviarne di nuove. Attenzione però: «Non è detto che la domanda di riconoscimento dei crediti venga accolta, soprattutto se non è ben documentata i commissari possono rifiutarla».
A proseguire regolarmente saranno i procedimenti in corso davanti all’arbitro per le controversie finanziarie. «Il nostro studio sta già preparando nuove azioni legali per evitare il rischio che all’esito della liquidazione non si ottenga il ristoro del credito», dice ancora l’avvocato Bruschi. «Stiamo raccogliendo le adesioni per l’azione collettiva contro gli organismi di vigilanza e stiamo vagliando i profili di costituzionalità del decreto per valutare la sua impugnabilità una volta convertito in legge», conclude.
Mentre alcune associazioni di azionisti sono tornate a manifestare in piazza ieri a Vicenza, a difendere il decreto è intervenuto nuovamente ieri il premier Paolo Gentiloni. «Abbiamo speso molto meno della Germania e di altri Paesi nel salvataggio delle nostre banche, ma molto molto meno: siamo orgogliosi di aver tutelato anche con risorse pubbliche il risparmio e l’economia di una regione importante come il Veneto», ha detto Gentiloni al Tg1. Mentre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che l’aiuto di Stato erogato a Intesa «è temporaneo», perchè «le banche in liquidazione dispongono di attività per circa 11,5 miliardi di euro, dal quale stimiamo di recuperare le cifre oggi impegnate».
Prosegue a tappe forzate l’integrazione delle attività in Intesa Sanpaolo. «Viene garantita l’occupazione, non ci sarà nessun licenziamento e le 3.900 uscite previste a livello di Gruppo saranno su base volontaria e beneficeranno dell’applicazione del fondo di solidarietà dei lavoratori bancari»., ha detto Stefano Barrese, il responsabile della Banca dei Territori che in questi giorni era a Vicenza.