La Stampa, 1 luglio 2017
Processo Rosboch a Ivrea, l’ex allievo confessa: «Solo io ho strangolato Gloria»
Alle 9,35 di ieri il colpo di scena è servito. Gabriele Defilippi, il ventiduenne dai mille volti, accusato dell’omicidio dell’insegnante di Castellamonte, Gloria Rosboch, chiede di poter parlare. Intende fare dichiarazioni spontanee, sottobraccio ha un plico di fogli protocollo. È il diario memoriale che ha scritto in questi mesi nella cella del carcere delle Vallette, a Torino, dove è rinchiuso.
Scorrono le parole nel silenzio dell’aula gup del Tribunale di Ivrea, davanti al giudice, Alessandro Scialabba, tutti gli avvocati, il procuratore capo, Giuseppe Ferrando. Poi, Defilippi arriva al nocciolo: «Ad uccidere materialmente Gloria sono stato io da solo, Roberto non c’entra nulla». Di fatto scagiona, almeno per l’esecuzione vera e propria del delitto e non per l’ideazione dell’assassinio, l’amico amante Roberto Obert, 57 anni. Un vero e proprio colpo di teatro, considerando che, per ben 6 volte, il ventiduenne aveva sempre mantenuto la stessa versione dei fatti: che ad ammazzare Gloria, occultandone poi il cadavere in una cisterna nei boschi di Rivara, fossero stato lui e Obert. Insieme. Quattro ore dopo il pm Ferrando, visibilmente provato da una lunga e complessa requisitoria, chiede per i due le condanne: ergastolo per Defilippi, 20 anni di carcere per Obert.
Il procuratore fa chiarezza: «Stupisce che Defilippi abbia per ben 5 volte mantenuto la stessa versione sulla dinamica dell’omicidio, che lo abbia fatto anche una sesta volta, quando, pochi mesi fa, ha chiesto di poter parlare con me e che in aula, oggi, abbia deciso di raccontare un’altra verità». Quanto a Obert, per il quale il pm ha chiesto 20 anni di carcere, il quadro processuale è abbastanza chiaro, mitigato da tutta una serie di elementi: «Ha collaborato fin dall’inizio facendo ritrovare il cadavere, facendo rinvenire la pistola e soprattutto risarcendo i genitori della vittima», spiega il numero uno della procura. Non c’è dubbio, il punto vittoria è incassato da Celere Spaziante, legale del cinquantasettenne. Sulle richieste del pm toccherà ora al giudice decidere entro il 25 settembre, data in cui verranno lette le sentenze. C’è il sospetto che Defilippi, indotto dai suoi avvocati, abbia deciso di cambiare versione provando a giocarsi un’ultima chance: dopo che la perizia del professor Franco Freilone ha ampiamente dimostrato che il ventiduenne è in grado di intendere e volere e di stare in giudizio, per lui si profilava una condanna all’ergastolo, magari aggravata da 5 anni di isolamento diurno e notturno. Forse, con quest’ultima mossa, ha provato a risparmiarsi il carcere a vita.
In aula, ieri, si è presentata anche Caterina Abbattista, la mamma di Gabriele, accusata di concorso in omicidio aggravato. La donna, attraverso i suoi legali, ha già scelto la strada del rito ordinario. Occhialoni scuri, capelli raccolti, viso teso, è uscita dall’aula di giustizia senza proferire parola. «Siamo di fronte ad un fatto certamente tragico – spiega il suo avvocato, Gian Paolo Zancan, riferendosi alla morte di Gloria Rosboch – ma sarebbe ancora più grave se la Abbattista, persona innocente, venisse rinviata a giudizio. Il pubblico ministero, nei suoi confronti, non ha evidenziato un indizio degno di questo nome».