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 2017  luglio 03 Lunedì calendario

Il paradosso di Afragola dove non arrivano i treni. Nella stazione fantasma tutti aspettano il 2022

«Con le Frecce parti quando vuoi. Oltre 180 Frecce al giorno», assicura una scritta che occupa metà della facciata della stazione Termini. Fa una certa rabbia vederla se si è deciso di partire per la fantasmagorica stazione di Afragola, inaugurata in pompa magna meno di un mese fa per la quinta volta, presenti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio oltre a svariate altre autorità di ogni ordine e grado. Sia con Fs che con Italo il viaggio dura meno di un’ora ma di domenica con Fs non si trova una Freccia in grado di arrivare prima delle 13.48 e con Italo nulla prima delle 12.10; nei giorni feriali il primo treno utile arriva un po’ prima, alle 11.35.
Parti quando vuoi, quindi, ma non presto di mattina. Chi va ad Afragola e dintorni con appuntamenti inderogabili farà bene a studiare delle alternative. Tutti dovranno armarsi della giusta dose di flessibilità. La stazione attesa da quasi venti anni è stata battezzata la Porta del Sud ed è destinata a diventare il futuro hub dei trasporti ferroviari del Mezzogiorno. Sessanta milioni di euro investiti su un’area di 30mila metri quadrati, con l’obiettivo di servire un’utenza di 32.700 passeggeri nel 2022, anno in cui dovrebbero essere ultimati i lavori di ampliamento e collegamento con le altre stazioni del Sud.
Ma il 2022 è lontano. Per il momento la stazione è soprattutto uno splendido monumento. È l’ultima opera firmata da Zaha Hadid. Vista dall’alto ha la forma di un treno in corsa, vista dall’interno è una goduria per gli appassionati di opere d’arte, un capolavoro di linee e curve, neri e bianchi, pieni e vuoti. Ecco, soprattutto di vuoti.
Scendendo dal treno, dai binari si sale verso il corridoio principale dell’edificio. Dopo pochi passi circondati dalla bellezza di spazi creati per disegnare figure di luce, si incontra la sala tutta rossa delle Frecce: tre persone in piedi a chiedere informazioni e una decina di metri quadrati di vuoto intorno seguiti da una lunga serie di negozi chiusi. Ma in fondo i negozi chiusi non sono un gran problema in una stazione dove i treni hanno iniziato ad arrivare l’11 giugno: la stazione Tiburtina di Roma ha impiegato anni prima di scrollarsi di dosso almeno in parte il suo aspetto irrimediabilmente desolato dovuto alle decine di saracinesche abbassate. Ad Afragola, invece, dopo i negozi ci si trova davanti a un bar chiuso con una catena. Locale sottoposto a «chiusura amministrativa», spiega un foglio. In altre parole, sotto sequestro. Avevano aperto il giorno dell’inaugurazione senza avere le autorizzazioni. E non sono stati gli unici. Anche il locale successivo è sbarrato. Attraverso la porta a vetri si vedono dei monitor accesi nel nulla, collegati a delle telecamere che sembrano perfettamente funzionanti e puntate sull’esterno. Sono gli uffici del parcheggio della stazione. Non ci sono fogli né spiegazioni ma un signore molto gentile si avvicina e svela il mistero a modo suo: «Ci hanno provato», sintetizza. «Hanno aperto il giorno dell’inaugurazione, speravano di andare avanti fino al rilascio delle autorizzazioni. Invece i controlli sono arrivati subito». E così alla stazione di Afragola acqua e parcheggi sono gratuiti. Chi vuole bere prende un bicchierino di plastica e si serve nei dispensatori automatici. E chi deve parcheggiare ha un intero piazzale da 500 posti a disposizione. «Per i poveracci come me è una bella fortuna», ammette il signore di prima che ha deciso di fare da guida nella nuova stazione.
D’altra parte l’auto resta il mezzo migliore per arrivare. In questa domenica mattina il parcheggio destinato ai pullman che collegano la stazione ai paesi vicini ha un solo mezzo parcheggiato, anche lui ermeticamente chiuso e senza alcuna traccia di autista o di passeggeri in attesa. Dal lato dei taxi, il deserto: manca la convenzione per la sosta, le vetture arrivano soltanto su richiesta.
Nel parcheggio da 500 posti ci sono 477 posti liberi. Vuol dire che 22 sono occupati, comprese le auto dei vigilanti e degli altri lavoratori di turno. Quattro auto sono di turisti: non nel senso di persone in partenza, veri e propri turisti della stazione arrivati da Salerno, da Benevento e altri centri della zona per vedere il capolavoro di Zaha Hadid. Angelo è un architetto di Cardito, un paese a pochi chilometri da Afragola: è andato a prendere la fidanzata a Salerno e hanno deciso di venire a dare un’occhiata. Giovanni arriva da Napoli. «Avrei dovuto impiegare al massimo venti minuti ma ce ne sono voluti almeno il doppio. Mi sono perso tre volte». Oltre a non esserci una stazione di taxi né un bar o la cassa del parcheggio, la fantasmagorica stazione di Afragola non ha nemmeno segnali. Arrivarci è una scommessa che in pochi vincono. Chi si affida al navigatore finisce nei campi seminati a cipolle dei dintorni e chi chiede indicazioni deve sperare di trovare dei passanti lungo le strade. Chi riesce ad arrivare perde anche l’ultima sfida: entra dall’uscita e esce dall’ingresso inseguito dai rimproveri dei vigilanti. Il 2022 è davvero lontano.