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 2017  luglio 01 Sabato calendario

Diritto & Rovescio

Una volta si calcolava che ogni vent’anni ci fosse una generazione. I sociologi più moderni dicono invece che adesso il ritmo delle generazioni è di dieci anni. Il mondo infatti corre sempre più velocemente e quindi anche gli scenari generazionali sono diventati travolgenti. L’unico grande ente culturale e mediatico pubblico che non cambia mai (pur essendo dotato di mezzi economici immensi perché sottratti dalle tasche degli italiani come se il canone fosse una tassa) è la Rai. Le sue star, peraltro strapagate, tolgono, infatti, il disturbo solo se vanno all’altro mondo. In caso contrario sono piantati a Saxa Rubra come se fossero stati imbullonati. Salvo poi chiedersi (senza nemmeno attendere la risposta) come mai i giovani non guardino più la tv. Non la guardano per il semplice motivo che non li rappresenta. La creatività giovanile è costretta a lavorare gratis sul web. La rubrica più seguita di ItaliaOggi.it è quella del «Video center – I più visti». Sono graffiate satiriche che lasciano il segno. Che la Rai rende clandestine perché esibisce il cartello: «Non spingere, è già tutto pieno». «Per quanto?». «Per sempre. Sciò».