La Verità, 30 giugno 2017
Vasco Rossi e i costi della sua sicurezza per il suo concerto di Modena
Forze dell’ ordine e l’ intero sistema di sicurezza italiano schiacciati dall’ invasione degli immigrati? Guerra dichiarata dal terrore islamico? Dal parco Ferrari di Modena è tutto lontano anni luce. Per blindare il compleanno mega per i 40 anni in musica del Blasco lo Stato deve schierare un esercito. I numeri? Sono 900 secondo i dati ufficiosi del Viminale, 1.500 secondo le cifre più attendibili dei sindacati, gli uomini e le donne delle forze di polizia impegnati dalla prova generale di ieri e che lo resteranno fino al 2 luglio.
Più che l’ evento del secolo con «220.000 spettatori» – paganti, ovvio – sembra la stangata del millennio.
Personalmente ritengo Vasco un poeta, l’ unico capace di raccontare sentimenti, sogni e fallimenti di tre generazioni.
Ma la sensazione altrettanto netta è che intorno a lui, senza offesa per nessuno, negli ultimi anni si sia stretta una macchina fabbrica milioni per spremerlo fino all’ ultima goccia. Impressioni, torniamo ai dati.
Sono mobilitati non solo i reparti dedicati come il reparto mobile, ma si è dovuto far arrivare personale da tutte le questure d’ Italia, da Gela ad Aosta, da Crotone a Cuneo. Per i trasferimenti sono state messe a disposizione anche trenta auto della polizia. «Non è solo il costo economico diretto scaricato sulla collettività, tra giornate di stipendio, vitto e alberghi», calcola Franco Maccari, presidente del sindacato degli agenti Coisp: «C’ è il costo indiretto, cioè quello determinato dal fatto che i 1.500 mandati a Ferrara sono sottratti ad altri compiti». «Si pensi che agli organici della polizia mancano 45.000 agenti e si ha un’ idea dello stress cui è sottoposto tutto il sistema di sicurezza», dice Gianni Tonelli del Sap.
Proviamo a fare due conti. L’ ideona dell’ iperconcerto era partita per stracciare il precedente primato dei 160.000 a Campovolo segnato dal rivale di sempre, Ligabue. Venduti i primi 190.000 biglietti in mezz’ ora, sono stati aumentati fino a quota 220.000. L’ altra mattina sul sito Viagogo ad esempio le quotazioni toccavano i 230 euro. Ieri a mezzogiorno 350 euro. A biglietto, ovvio. O siamo in presenza di un bagarinaggio online di proporzioni galattiche o stanno continuando a emettere biglietti e sono reali i 240.000 di cui si favoleggia. Calcolando un prezzo medio di 80 euro il risultato è clamoroso: 17.600.000 euro. Roba che neanche gli sceicchi. Senza conteggiare tutto l’ indotto fatto da una miriade di cofanetti, raccolte, biografie della rockstar di Zocca.
Non c’ è giornale o settimanale che non abbia un supplemento di 120 pagine dedicato alla fenomenologia vaschiana. Un giro d’ affari di qualche decina di milioni, attorno a una sola data.
E ora tentiamo di capire quanto la festa costi allo Stato.
Per difetto. Lo stipendio giornaliero di un appartenente alle forze dell’ ordine è di circa 150 euro: moltiplicati per 1.500 e per quattro giorni fa la bellezza di 900.000 euro; più il vitto (42 euro di diaria tra pranzo e cena): altri 250.000; a 70 euro a notte le spese di alloggio sono sui 420.000 euro. Totale?
1.500.000. Impossibile calcolare spese di carburante, biglietti ferroviari, eccetera. E non sono compresi i costi sostenuti da Comune e Provincia di Modena, quelli per medici e paramedici, pronto soccorso e ospedali mobilitati da settimane, la macchina altrettanto enorme dell’ assistenza sanitaria tarata su una città di 220.000 persone e per ogni possibile emergenza, dei volontari della protezione civile.
Il costo pubblico ipotizzabile è nell’ ordine di diversi milioni di euro, provenienti dalle tasche dei contribuenti. «I milioni sopra sono solo per noi» per parafrasare una delle canzoni più famose del Mito. È giusto? È morale, è etico? «Vale per Vasco e vale per tutti quelli che organizzano questo tipo di eventi anche negli stadi: devono pagare», sillaba Franco Maccari, «e rimborsare lo Stato».
Caro Komandante, «tutto è possibile, perfino credere, che possa esistere, un modo migliore...» per fare i concerti senza che sia Pantalone a pagare.