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 2017  giugno 24 Sabato calendario

La senatrice Paola Taverna che spazia da Mussolini alle epidemie

Paola Taverna, classe ’69, nata a Roma, nella borgata del Quarticciolo, è una delle esponenti del Movimento cinque stelle che più ha fatto e fa parlare di sé. Eppure di lei, prima della folgorazione grillina, avvenuta nel 2005, mentre navigando in rete incappò nel blog del comico genovese, si sa ben poco.
Secondo alcune biografie, faceva la grafica pubblicitaria, ma altre la vogliono invece segretaria di un poliambulatorio di analisi cliniche.
In compenso, adesso, della Taverna si conosce tutto o quasi, perché la senatrice pentastellata non è certo donna riservata o taciturna. Non ama andare per il sottile e il suo eloquio, romanesco e brutale, è arcinoto nel Parlamento, soprattutto alle vittime delle sue intemerate. Lo sa bene Matteo Renzi, che è uno dei bersagli preferiti della dirigente grillina. Una volta, presa dalla foga, lo ha addirittura accusato di aver smantellato con la sua cattiva politica lo «stato sociale creato da Benito Mussolini». La senatrice non va d’accordo neanche con tanti colleghi del Movimento, a dire il vero. Di Maio è troppo moderato per i suoi gusti (e infatti lo ha criticato perché voleva fare l’accordo sulla legge elettorale con il Pd e con Forza Italia). È in sintonia con lui solo quando il vice presidente della Camera abbandona il politichese e spara: «L’Italia ha importato dalla Romania il 40 per cento dei criminali». In quel caso, Taverna gli ha dato ragione.
Una donna così, che non si tira mai indietro, e che mostra di non aver paura di nessuno, nemmeno dello stesso Grillo, non poteva non intervenire nella polemica sui vaccini.
E infatti, anche in questo caso, ha detto la sua, e quando il governo ha varato il decreto della ministra della Sanità Beatrice Lorenzin, l’intrepida senatrice ha ipotizzato: «Forse ci nascondono che c’é un’epidemia».