Il Messaggero, 30 giugno 2017
500, la più amata ha 60 anni
Modena fortezza rock, città chiusa per concerto, dove non si fanno funerali, gli esami di maturità sono rimandati, l’autostrada ha chiuso il casello, i balconi vengono affittati. No, non siamo un paese normale, viviamo nel regno degli eccessi e Vasco è un eccesso.
E non solo per i 220 mila chiamati al parco Ferrari, per i 197 cinema e i palazzetti dello sport che trasmetteranno la sua eroica notte dei ricordi (a Rimini hanno montato schermi in spiaggia), per Rai 1 che lo riprende in diretta, ma per l’ebrezza che l’evento sta scatenando. Il gioco è diventato anche più grande di quando potesse immaginare il suo sacerdote, il papa laico del rock di casa nostra eletto in conclave dal popolo degli stadi e che, ora, concede la sua personale udienza plenaria in una piazza San Pietro padana.
LA CELEBRAZIONE
Un anniversario che diventa celebrazione smisurata, evento che ne santifica la figura di leader condiviso in un paese smarrito che di leader affidabili non riesce a trovarne. È il romanzo di un giovane povero che cantava «cosa non darei/ per vivere una favola», il figlio di un camionista diventato bad boy e che si trasforma in vate, in eroe nazionale, che lancia post contro la droga (sono passati 33 anni da quei 26 grammi di coca e dal mese in gattabuia) e che, quando parla, ma soprattutto quando canta, dispensa al suo popolo ammonimenti, addirittura saggi consigli di vita. Un vecchio saggio che, però, conosce il pericolo dell’essere vecchio e dell’essere solo saggio.
Così continua a coltivare il profilo da rocker per nulla pentito che prova ad andare sempre al massimo (o almeno a far vedere che va al massimo), in barba ai suoi 65 anni e ai due nipotini, sfruttando un magico ingrediente che è una delle chiavi del suo successo: il disincanto che diventa ironia con il sorriso da antico scavezzacollo che smitizza tutto, anche l’ideale sedia gestatoria su cui siede. C’è qualcosa, di sacro nella smisurata notte che si prepara a Modena, una singolare ricerca dell’immortalità da parte di chi ha cantato versi come «la vita è un brivido che vola via». Già in quei lontani anni 70 sapeva declamare come pochi (l’arte di dare un senso anche quando una frase non ce l’ha), distribuendo parole che potrebbero valere anche oggi: «Alla gente povera rimanga l’onestà/a vantaggio di chi non c’e l’ha /che comunque può comprarsela/ma restate pure calmi lì seduti al bar/per il vostro dio e per i vostri piccoli guai/ no non e’ successo niente..niente».
Si chiamava Ed il tempo crea eroi, quel pezzo, e il signor Rossi da Zocca ha voluto rispolverarlo (non l’aveva mai cantato dal vivo prima) per la notte di Modena, la notte dei miracoli che ormai è pronta. Ieri ha fatto le ultime prove, oggi si chiude in conclave, domani si riaffaccerà solo sul palco e non sa neppure lui cosa potrà succedere. Ha promesso tre ore e passa di musica, 40 canzoni, annunciate da un’overture necessariamente eroica, il Così parlò Zarathustra di Richard Strauss, che fa tanto Nietzsche con il richiamo a quel nihilismo che è alla radice del vascorossismo, e poi i suoi vecchi amici Gaetano Curreri, a riproporre Anima fragile, e Maurizio Solieri e Andrea Braido ospiti alle chitarre. Si, sarà un’autobiografia in musica: da Vivere una favola all’immancabile Albachiara, passando per tutto l’armamentario costruito in quarant’anni di storia: passando da Alibi a Ieri ho sgozzato mio figlio, a Delusa, a Jenny è pazza e Silvia (le canzoni del primo 45 giri, uscito il 15 giugno del 1977), a Vita spericolata, a Vado al massimo, a Bollicine, a Ogni Volta, a Come nelle favole a Colpa d’Alfredo, a Stupendo, a Sally, a Gli spari sopra, a C’è chi dice no e via dicendo. «Canterò finché avrò fiato: del resto il mio sogno è sempre stato morire sul palco» è stata la sua nietzschiana promessa, ovviamente accompagnata da quel sorriso da eterno e simpatico ragazzaccio.
I BIGLIETTI
L’appuntamento è per domani, orario televisivo, in una serata che non ha nulla di ordinario a cominciare dal contagio che ha provocato, dal folle arrembaggio ai biglietti (il sito Stubhub ieri ne sparava ancora a mille euro), alle misure di ordine pubblico fuori ordinanza, alle precauzioni sulla sicurezza del dopo Manchester (città praticamente chiusa, blocchi stradali, telecamere a riconoscimento facciale collegate alla questura), al gigantesco deflusso che chiuderà il concerto. Una serata fuori misura dettata dalla regola che, quando si è star, diventa obbligatorio superarsi ogni volta. Solo che, questa volta, il risultato rischia di essere un successo irripetibile anche per Vasco Rossi, bad boy diventato papa.