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 2017  giugno 29 Giovedì calendario

Attenti al canone

Vittorio Feltri lo ha ha già scritto: abbiamo strapagato un furbastro, Fabio Fazio, che quei soldi non li avrebbe presi da nessun’altra parte. Ha pure scritto che abbiamo fatto strame di una regola (assurda, ma era una regola) abbattendo il tetto economico dei conduttori, e creando così un esercito di conduttori di serie b. Aggiungo due cose. La prima è che Fazio è proprio un furbastro, perché aveva detto che stava meditando di lasciare la Rai per colpa di intollerabili ingerenze della politica e però rimane, ora, perché la stessa politica gli ha raddoppiato lo stipendio. La seconda cosa che aggiungo è la più vera e terribile. Il solito esercito anticasta, ora, dice che “lo stipendio a Fazio lo paghiamo noi”, ma non è vero. Il canone non serve a questo. Il canone esiste perché nessun governo ha il fegato di azzerare circa tredicimila posti di lavoro (Rai) che non sono riassorbibili dal mercato, al punto che per fare certi programmi devi ricorrere alle produzioni esterne; trattasi di gente che non puoi buttare in mezzo alla strada perché ne uscirebbe un’ecatombe sociale e mediatica. Mentre i milioni dati a Fazio, viceversa, si parte dal principio che possano rientrare in pubblicità e ascolti: così è stato in passato, più o meno. Dunque in Rai hanno fatto due conti: anche perché le quattordici mensilità degli altri tredicimila, intanto, devi pagarle comunque. Ed è a questo che serve il canone: a fare da ammortizzatore sociale a tredicimila zavorre.