Il Messaggero, 28 giugno 2017
Il libro diventa una cura
Il libro come medicina. Come terapia capace di nutrire il sapere come la fantasia ma anche come sostegno per affrontare meglio una malattia. Da qui, la rinnovata abitudine di leggere a voce alta davanti ad una piccola platea o ad una sola persona.
Non solo lettura corale per concentrarsi e allentare lo stress ma anche uno ad uno. Obiettivo: allungare una mano, condividere una storia, partecipare fatti anche a chi, da solo, non ce la fa a tenere un libro in mano. Un esempio viene dalla Sardegna. Nel comune di Ollolai (1300 abitanti in provincia di Nuoro) è stato varato il progetto Ti leggo un libro. Una volta la settimana, una ragazza, Stefania Corona va a casa di 5 anziani e sta con loro per un’ora. I testi prediletti sono quelli della letteratura sarda. «Non passiamo tutto il tempo a leggere dice Stefania ma, partendo dal libro, riaffiorano dei ricordi che condividono con me».
GLI INFERMIERI«Da sempre spiega Marco Della Valle, esperto di biblioterapia sono stato affascinato dai libri. Così, per seguire questa mia passione, dopo aver conseguito il diploma di infermiere ho intrapreso gli studi universitari in letteratura e mi sono laureato con una tesi sulla biblioterapia. Mi sono detto: se i libri fanno bene a me, faranno bene anche ai miei pazienti». Alla base della formazione di Della Valle gli studi che nel 1916 Samuel Crothers fece riguardo il potere curativo dei libri e le esperienze di Karl e William Menninger, della Clinica Psichiatrica Menninger, che promossero l’uso dei libri per pazienti con lievi nevrosi o problemi di alcolismo.
«La biblioterapia continua Della Valle – è un percorso che permette di ottenere un benessere interiore e un’occasione di crescita attraverso l’uso della letteratura. La biblioterapia è stata definita in vari modi: una famiglia di tecniche per agevolare il rapporto tra chi accudisce e chi sta male; uno strumento che può essere usato per promuovere la salute attraverso i libri; il processo di crescita verso uno stato di buona salute emotivo attraverso la mediazione della letteratura; l’uso dei libri per aiutare le persone a risolvere i problemi. Nell’era moderna si sono sviluppate due tipologie di questa disciplina. La biblioterapia medica, esercitata da figure specializzate come medici o psicologi e la biblioterapia dello sviluppo ad appannaggio di infermieri, insegnanti o bibliotecari».
In Italia le esperienze cliniche non sono molto diffuse. Dal 2010 il Circolo dei Lettori di Torino ha ingrandito il progetto Circolo Volontari per la lettura negli ospedali Molinette, Gradenigo e Mauriziano. Il turno dei volontari nei reparti, inizia con la distribuzione dei libri in prestito ai pazienti, un’iniziativa studiata insieme alle Biblioteche Civiche Torinesi. I volontari girano nelle stanze con un carrello e lasciano i libri a chi ne fa richiesta e, durante la distribuzione, danno appuntamento ai pazienti che vogliono ascoltare le loro letture nelle sale comuni. E lì iniziano a leggere ad alta voce.
IL PRONTO SOCCORSO
Da un paio d’anni a questa parte anche il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano ha messo a punto un’iniziativa gemella con i lettori volontari del gruppo LaAV. Nell’ospedale di Verona, dopo i reparti dove sono ricoverati i pazienti colpiti da fibrosi cistica, emodialisi e cardiologia, la lettura ad alta voce è arrivata anche nella sala d’attesa del pronto soccorso.
«Attraverso i libri conclude Della Valle si crea un’oasi di tranquillità. Sono stati notati miglioramenti del tono dell’umore nelle depressioni minori e in anziani affetti da patologie invalidanti per la memoria».
Le esperienze degli ospedali possono essere riportate in casa, dunque, come forma supplementare di accudimento verso chi sta male, verso chi, anche solo transitoriamente, non riesce a seguire le pagine di un libro. Anche gli audiolibri, letti dagli attori, possono diventare uno strumento terapeutico.