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 2017  giugno 28 Mercoledì calendario

La memoria allunga la vita

Una neuroscienziata e un filosofo tedeschi si sono alleati per studiare insieme la memoria. La concretezza della ricerca e l’astrazione del pensiero di fronte alla mente umana. Di fronte alla capacità del cervello di lavorare, conservare, elaborare e, purtroppo, cancellare la nostra memoria. Soprattutto oggi in cui, per tenere a mente, non dobbiamo più faticare. Visto che fanno tutto cellulari e computer.
Su di lei, la memoria,l’attenzione della scienziata Hannah Monyer insegnate anche ad Heidelberg e Martin Gessmann pensatore e professore della stessa università. Hanno firmato un libro, La memoria geniale – Come ricordiamo, perché dimentichiamo (Rizzoli), nel quale propongono una rivoluzionaria lettura della nostra capacità di ricordare. Oltre 350 pagine per mandare all’aria quello che, fino ad oggi, per noi è uno scrigno, una conchiglia chiusa in grado di lavorare per mantenere vivo e lucido il nostro passato.
LA RICERCA
«La memoria non esiste per nascondere il vissuto dentro ai suoi cassetti e per tenerlo lì, bensì per rielaborarlo costantemente e quindi renderlo utile per il futuro». Questa la convinzione dei due che hanno lavorato a lungo insieme mixando ricerca di base e le scienze umane. Una prospettiva che propone in modo diverso il lavoro quotidiano del ricordare e immagazzinare. E, soprattutto, del dimenticare. In un’epoca in cui, dato l’allungamento generale dell’età media, una delle malattie in crescita è proprio l’Alzheimer. Che corrode la capacità di elaborare pensieri e memorie. «L’uomo – sono convinti i due studiosi – non ha disposizione altre facoltà in grado di gestire un compito così complesso e delicato».
Nel manuale le illuminazioni che ci arrivano nel momento in cui dobbiamo prendere una decisione vengono avvicinate proprio alla nostra potenza mnemonica. Come dire che è irrilevante se qualche volta non ricordiamo dove abbiamo messo le chiavi o il nome di una persona. Mentre è di fondamentale importanza la memoria quando riusciamo, per esempio, a sciogliere un dubbio.
L’idea portante è quella che dobbiamo vedere la memoria come protagonista principale della programmazione della vita. «Una nostra facoltà – aggiungono gli esperti – che ci permette di gestire compiti complessi che mutano continuamente. Vogliamo spiegare che, fino ad oggi, la memoria è sempre stata sottovalutata. È, invece, arrivato il momento di affrontare l’argomento da un’altra prospettiva. Essa non ha a che fare solo con il passato, ma anche con il futuro.
Il percorso del manuale è lungo. Attraversa le conoscenze scientifiche e quelle filosofiche. Si avvicina ai successi del laboratorio e poi si ferma nella valutazione del nuovo ruolo che la memoria sta assumendo. Durante il giorno e durante la notte. L’apprendimento e il sogno. Viene approfondito anche l’argomento dei cosiddetti falsi ricordi. «Ci siamo chiesti per esempio – spiegano i due studiosi – se sia possibile alterare intenzionalmente la memoria. E i sentimenti? Ci è sembrato importante analizzare come questi restano impressi in quello che viene definito il magazzino del passato.
I NUMERI
Per quel riguarda il mantenimento della memoria una certezza emerge: quello che mina la nostra capacità di trattenere immagini, episodi ed emozioni è la vita sregolata. Quella senza sonno, minata dall’alcol, traumi e danni da sostanze psicotiche. «Oggi, con i computer, possiamo evitare di tenere a mente i numeri e tante altre informazioni. Quindi è arrivato il momento di utilizzare la memoria in altro modo. Di liberarla dall’essere una nostra rubrica e di utilizzare per allenare altre connessioni, per svilupparla comunque. Altrimenti si atrofizza e muore».