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 2017  giugno 29 Giovedì calendario

Dipendenti comunali timbravano e andavano in palestra. Piacenza, smascherati 50 furbetti

Il copione è il solito, anche se lo scenario stavolta è piacentino: dipendenti comunali, ben cinquanta in quest’ultimo episodio della saga dei furbi del cartellino, che timbravano come se andassero in ufficio e invece facevano tutt’altro. «Chi andava in palestra e chi a fare la spesa», raccontano il capo della procura di Piacenza Salvatore Cappelleri e il sostituto Antonio Colonna. Le accuse sono pesanti, truffa falso e peculato, perché c’è anche chi avrebbe utilizzato mezzi di servizio per scopi del tutto privato, e sono state formulate in seguito a filmati e pedinamenti compiuti negli ultimi mesi che documentano le occupazioni più o meno abituali di un nutrito gruppo di dipendenti del comune di Piacenza.
Ieri mattina presto, agenti della guardia di finanza e della polizia municipale, in divisa e in borghese, si sono presentati negli uffici di Palazzo Mercanti, dove ha sede il comune, perquisendo e mettendo sotto sequestro documentazione utile per l’indagine. Negli ultimi giorni erano stati arrestati due dipendenti dell’ufficio manutenzione, ma ancora non si sa se quei fermi abbiano a che fare con gli indagati di ieri. Dieci di loro sono a piede libero, uno è agli arresti domiciliari e gli altri trentanove sono stati fotosegnalati e sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di firma.
L’amministrazione comunale, a capo della quale è stato appena eletto il nuovo sindaco Patrizia Barbieri, ha emesso un comunicato che esprime la collaborazione dell’apparato con le forze dell’ordine: «Le Fiamma Gialle hanno acquisito documenti concordando le modalità con il segretario generale e la dirigente delle Risorse umane». La stessa nota smentisce alcuni dettagli rivelati dalla stampa locale: «Non risponde al vero quanto apparso, per cui la guardia di finanza avrebbe perquisito alcuni uffici tra i quali quelli del segretario generale e del personale».
Intanto la Cgil prende posizione col segretario generale di Piacenza, Gianluca Zilocchi: «Pare che i comportamenti siano gravissimi e come tali potrebbero essere sanzionati dal codice disciplinare e, a quanto pare, da quello penale. Se tali comportamenti dovessero essere confermati e verificati non possiamo che ribadisce che i lavoratori responsabili devono essere chiamati a rispondere in prima persona dei loro atti». E mentre al sindacato si dicono «esterrefatti», il sindaco uscente, Paolo Dosi, tuttora in carica prima del passaggio di consegne al successore, commenta: «È una vicenda che danneggia l’immagine della città e il comune, che avvilisce e fa sentire tutti quanti traditi». Il Codacons da parte sua sottolinea che «l’assenteismo sul lavoro è fenomeno diffuso e non circoscritto solo agli uffici pubblici del sud Italia».