Corriere della Sera, 29 giugno 2017
I 18enni senz’auto. Prendere la patente non è più un sogno
Per le «guide» Denis Zanetti, istruttore dell’Autoscuola Greco di Milano, ha dovuto comprare un’auto con il cambio automatico: «Solo oggi – racconta – ho fatto quattro lezioni con quella, che è più facile da guidare, e nessuna con il cambio normale. Vent’anni fa, quando ho iniziato, arrivavano a 18 anni appena compiuti e non vedevano l’ora di saper portare la macchina. Ora neanche si sforzano di imparare: la patente è diventata un di più. Se c’è bene, se non c’è fa lo stesso». Il rapporto dei giovani e giovanissimi con la licenza di guida è cambiato: da simbolo (e strumento) di indipendenza e libertà, a incombenza da rimandare il più possibile, se non proprio da evitare.
Oltre all’esperienza di chi lavora sul campo, lo confermano i numeri a livello nazionale: le patenti conseguite nel 2016 dai giovani tra i 18 e i 19 anni sono state 287.551, contro le 314.070 del 2012, con un calo dell’8,4%. In parte – svela un’inchiesta del mensile specializzato Quattroruote – dipende dalla spesa: per un corso di guida per la patente B (teoria più 10 ore di lezioni di pratica) a Milano si spendono in media 1.054 euro, con un minimo di 920 e un massimo che può arrivare anche 1.253. Poco meno a Roma (800 euro in media, con un minimo di 750 e un massimo di 860) e a Napoli (821 in media, con 690 come minimo e 880 di massimo).
Ma c’è anche un cambiamento culturale, registrato sia negli Stati Uniti che in Europa: «Le giovanissime generazioni non hanno più l’auto come status symbol, il suo posto è stato preso dai device, dai computer, dai telefoni e in generale dalla tecnologia di ultima generazione – spiega Rita Bichi sociologa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano —. Il loro bisogno di indipendenza, inoltre, non passa più dalla macchina».
Rispetto a venti o trent’anni fa è cambiato il modo di vivere il tempo libero, soprattutto in città: «Il mito della discoteca che abbiamo conosciuto negli Anni 90, per esempio, è un po’ decaduto – prosegue Bichi —. Anche per quanto riguarda i locali, i consumi si sono diversificati: si fa magari l’happy hour, per poi uscire con gli amici in città».
Infine per tanti giovanissimi, c’è la voglia di scegliere stili di vita più sostenibili: «Hanno una maggiore attenzione all’ambiente: la macchina per molti di loro è prima di tutto un mezzo inquinante – dice Bichi —. Pure nelle grandi città come Milano, i giovani scelgono più frequentemente la bici, privilegiata spesso rispetto al motorino. In generale si preferiscono i mezzi più ecologici». E non è un caso se la bici è uno dei simboli della sottocultura hipster che negli ultimi anni ha conquistato venti e trentenni.
«In generale c’è una maggiore offerta di mobilità: l’auto è diventata un mezzo accanto agli altri, che però ha costi rilevanti», dice Emilio Patella, segretario nazionale di Unasca (l’associazione di categoria delle autoscuole). E infatti una ricerca recente fatta a livello europeo dalla società di consulenza AlixPartners rilevava che solo il 16% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni, avendo 30 mila euro a disposizione, si sarebbe comprato un’auto nuova, contro il 36% che avrebbe preferito fare una vacanza da sogno.