Corriere della Sera, 29 giugno 2017
«Stolto far lavorare più i vecchi dei giovani». Il Papa al congresso della Cisl: le pensioni d’oro un’offesa grave. Creati cinque nuovi cardinali
Città del Vaticano Giornata calda quella di ieri per Francesco: ultima udienza in piazza prima della pausa estiva, appello al Congresso Cisl per il lavoro delle categorie più deboli, Concistoro per la nomina di 5 nuovi cardinali che accresce il peso del Sud del mondo tra gli elettori del Papa. Su uno dei 5, africano del Mali, un’inchiesta giornalistica ha proiettato il sospetto di un problematico conto in Svizzera, ma il Papa ha creduto alla sua giustificazione: «Sono fondi della Chiesa messi al sicuro».
«Fate qualcosa, lottate qui»: è stata quasi un’implorazione quella rivolta da Francesco ai congressisti della Cisl con riferimento a migranti, giovani e donne. «Vi incoraggio a continuare quello che fate e, se possibile, a fare di più» ha detto. Per la donna che «nel lavoro è ancora di seconda classe, guadagna di meno, è più facilmente sfruttata». Per i giovani: «È urgente un nuovo patto sociale, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa per crearne per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare». È una società «stolta e miope – ha aggiunto – quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una generazione di giovani a non farlo»
Francesco ha mosso un rimprovero anche ai sindacati: «Forse la nostra società non capisce il sindacato anche perché non lo vede abbastanza lottare nelle periferie esistenziali, per i diritti ancora non garantiti, tra gli scartati del lavoro». Non è mancata una drastica battuta sulle «pensioni d’oro», «offesa non meno grave di quelle troppo povere».
La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha preso bene la spinta del Papa: «Ci ha detto che siamo sulla strada buona e ci ha spronato a fare di più, indicandoci come migliorare il nostro impegno».
Ai nuovi cardinali Francesco ha rivolto il suo abituale monito a non guardare al cardinalato come a un onore: questa nomina «non vi chiama a diventare principi nella Chiesa, ma a servire». Tranne l’arcivescovo di Barcellona Juan José Omella, i nuovi cardinali vengono da piccole comunità periferiche e perseguitate: Gregorio Rosa Chávez fu collaboratore di Oscar Romero a San Salvador, Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun viene dal Laos e ha conosciuto le prigioni comuniste, Anders Arborelius è svedese e si adopera per il dialogo con i luterani. Infine quello del Mali, Jean Zerbo, noto per l’impegno nella pacificazione interna al Paese e nella convivenza con l’Islam.