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 2017  giugno 29 Giovedì calendario

Prevenire i contagi. Perché serve che tante persone siano protette

Il caso della bambina morta per morbillo a Roma e quello del bambino che si è ammalato di tetano in Sardegna dopo una caduta, riportano d’attualità l’importanza dei vaccini e della cosiddetta «immunità di gregge».
Abbiamo chiesto di riassumercene le ragioni fondamentali ad Alberto Mantovani, direttore dell’Istituto Humanitas di Milano.
1 Che cos’è l’immunità di gregge e che relazione ha con l’efficacia dei vaccini?
«L’immunità di gregge, che preferirei chiamare immunità di comunità, è il fenomeno grazie al quale se in una popolazione c’è un numero sufficiente di persone vaccinate contro una determinata infezione anche quelle non vaccinate risulteranno protette. Ciò accade perché i virus hanno bisogno di entrare nelle cellule e sfruttarne l’apparato per replicarsi, ma se non trovano chi li “accolga” non potranno circolare e quindi anche chi non ha difese non sarà esposto al rischio di essere contagiato. In questo modo chi si vaccina difende se stesso e fa “da scudo” anche per i più deboli, come per esempio i bambini affetti da tumori o malattie croniche, o che fanno terapie che deprimono il loro sistema immunitario».
2 Quante persone devono essere vaccinate perché l’immunità di gregge funzioni?
«La percentuale cambia a seconda della malattia e viene calcolata in base a complesse misure statistiche e a modelli matematici. Per il morbillo, ad esempio, è pari al 95 per cento della popolazione».
3 L’immunità di gregge vale solo per le infezioni da virus o anche da batteri?
«Vale per tutte le infezioni che si trasmettono da uomo a uomo. Per esempio il meningococco è un batterio e quindi non ha bisogno di entrare in una cellula per replicarsi, ma muore piuttosto facilmente nell’ambiente mentre viene trasmesso agevolmente da una persona all’altra».
4 Lo stesso criterio è valido anche per il tetano?
«No, proprio perché il tetano non può passare da una persona all’altra ma si acquisisce dall’ambiente. Non a caso è ancora molto diffuso nei Paesi in via di sviluppo e lo era anche nel nostro quando era ancora basato su un economia agricola. È interessante notare che una volta la vaccinazione antitetanica era obbligatoria e il vaccino per il morbillo non esisteva. Oggi la disponibilità di questo vaccino e la sua importanza riflettono anche un cambiamento sociale».