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 2017  giugno 29 Giovedì calendario

Bambina muore per il morbillo. I medici: «Non era vaccinata»

Roma Non è stata fortunata la breve vita di Maria, nome di fantasia della bimba morta al Bambino Gesù ad aprile, anche se la notizia è stata data ieri. Chissà quanto devono aver sofferto per lei i genitori, una famiglia di Pontinia, vicino a Roma, nel vederla crescere con una grave anomalia cromosomica non correggibile e poi morire per una malattia infettiva ritenuta banale e invece pericolosissima. Maria aveva diversi problemi per la sindrome rarissima che l’ha colpita alla nascita. Non camminava, non parlava, il viso innaturale, un ritardo mentale evidente. Però andava avanti. Fino a quando non ha contratto il morbillo che in un lampo ha annullato le sue resistenze. Se ne è andata a 9 anni, dopo un disperato tentativo in rianimazione. Non era stata vaccinata. «Avrebbe dovuto esserlo, si poteva salvare» ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi.
Maria è una dei 70 bimbi ricoverati per morbillo nell’ospedale romano nel 2017, anno terribile, con i casi quadruplicati in tutta Italia rispetto al 2016 a causa dell’abbassamento delle coperture, cioè della percentuale di popolazione immunizzata: l’85 per cento anziché il 95, la soglia di sicurezza. Una storia emblematica. Se il virus responsabile dell’infezione non circolasse a questi livelli, Maria non lo avrebbe preso. E si sarebbe salvato il piccolo morto la scorsa settimana a Monza.
«Ecco perché è importante proteggere i nostri figli. I più fragili sarebbero difesi. La paura è ingiustificata e l’unica ragione per non vaccinare è la presenza di uno stato immunitario debole», dice Elena Bozzola, infettivologa del Bambino Gesù e vicepresidente della Società italiana di pediatria.
Nei posti di Pronto soccorso di Roma il morbillo è nelle ultime settimane una frequente causa di visite. Camilla Aiassa, infettivologa pediatra del Policlinico Umberto I, ha visto sfilare decine di minori: «Per fortuna la maggior parte viene rimandata a casa dopo una radiografia al torace che esclude il coinvolgimento dei polmoni. A preoccupare di più sono i piccoli sotto l’anno che ancora non hanno fatto la profilassi. La prima dose è indicata dal calendario più tardi, chissà che non convenga in questa fase di emergenza anticipare i tempi».
Febbre altissima, mal di gola, difficoltà di respirazione, congiuntivite forte, otite: è così che si presenta la malattia. Le macchie sulla pelle, cioè l’esantema, compaiono dopo 4-7 giorni. Alcune Regioni sono partite con campagne di sensibilizzazione. In Lombardia l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha coinvolto i pediatri di famiglia.
Entro metà della prossima settimana sarà votato al Senato il decreto che introduce l’obbligo di 12 vaccinazioni per scuola dell’infanzia e dell’obbligo, il 25 luglio andrà alla Camera e dovrà essere approvato entro il 6 agosto. Ora ne sta discutendo la Commissione Sanità presieduta da Emilia De Biasi. Gli emendamenti riguardano soprattutto il numero di vaccini (c’è chi ne propone meno, chi 13) e la possibilità di prevedere singole dosi anziché sei insieme, più una quadrivalente (anti-meningococco B e C sono a sé). La maggior parte non è disponibile sul mercato singolarmente, il fatto di prevedere più componenti è considerato un vantaggio. I farmacisti, secondo una norma firmata da Andrea Mandelli, potrebbero collaborare ospitando in farmacia vaccinatori. E gli adulti? L’epidemia di morbillo non risparmia chi ha tra i 24 e i 60 anni.