il Fatto Quotidiano, 28 giugno 2017
La presidente della Rai Maggioni: «Se Fazio non firmava subito, scappava a La7»
Senza Fabio Fazio la Rai non avrebbe retto. Questa la tesi di Monica Maggioni per giustificare il contratto da oltre 11 milioni di euro per 4 anni (cui vanno aggiunte le spese di produzione del programma) al conduttore televisivo. La polemica impazza da giorni e lo stesso Matteo Renzi si sarebbe infuriato incolpando Mario Orfeo per la diffusione della notizia a tre giorni dai ballottaggi delle amministrative. “Agli italiani, che devono pagare il canone in bolletta, e sono andati a votare, non avrà fatto piacere”, commenta una fonte dal Nazareno.
Ieri la vicenda è arriva in Vigilanza Rai, dove i parlamentari stavano col fucile puntato. “Fazio fa parte della storia della Rai. Vedere passare quel volto e quel format, su cui abbiamo investito, su un’altra emittente avrebbe comportato un forte scossone. Non so se la Rai avrebbe retto in termini di sistema”, ha detto Maggioni.
La scelta è stata poi difesa da tutti i consiglieri, ma dalle loro ragioni sembra che la decisione sia avvenuta sotto una minaccia incombente: “Siamo stati costretti a sottoscrivere il contratto. Ci è stato detto che, se non lo avessimo chiuso quella mattina, Fazio avrebbe firmato con La7. Non avevamo la pistola alla tempia, ma il codice civile: avremmo potuto risponderne come danno erariale all’azienda”, racconta Arturo Diaconale. Parole che vengono prese al balzo dal deputato dem Michele Anzaldi per chiedere le dimissioni dell’intero Cda: “Se i consiglieri firmano sotto costrizione significa che bisogna chiedersi se questo Cda possa andare avanti o sia il caso di azzerarlo”.
Ma contro Fazio si scagliano un po’ tutti. Renato Brunetta (Forza Italia) chiede di vedere la delibera della deroga al tetto dei 240 mila euro. Maurizio Lupi (Ap) si domanda “perché è stato fatto un contratto di 4 anni”, sottolineando come “la Rai non possa essere schiava del Mino Raiola di turno”. Maurizio Gasparri sostiene, invece, che “Fazio merita il disprezzo popolare”. “E poi non è vero che stava firmando con altri”, afferma il forzista. Se Fazio avesse o no un piede già fuori dalla Rai è un giallo di difficile soluzione. “La proposta concorrente non l’ho vista e, del resto, chi la mostrerebbe mai? Ma non dubito che esistesse”, sottolinea Maggioni.
“Chiedo a voi parlamentari di intercedere su Orfeo affinché si possa rimettere in gioco questo contratto”, propone Carlo Freccero, che guarda avanti e si pone il problema dei futuri danni all’azienda e allo stesso Fazio. “Come si può pensare che un prodotto oggetto di questa campagna possa resistere all’audience?”, si chiede l’ex direttore di Rai2.
Oggi a Milano saranno presentati i palinsesti. Sarà curioso vedere se ci sarà Massimo Giletti, che starebbe trattando su un aumento contrattuale per le 12 serate del prime time del sabato sera. Mentre l’ultima novità è una serie di puntate di approfondimento su Cosa nostra che, nel 2018, vedrebbe impegnato, tra gli altri, Claudio Fava.
Il Cda, infine, ieri si è schierato a testuggine nella difesa della Maggioni sul caso delle presentazioni, pagate dalla Rai, del suo libro Terrore mediatico, pubblicato da un editore privato. “Il libro ha anticipato temi importanti sull’Isis e il terrorismo. È un testo importante che ha valorizzato l’autrice e, con essa, l’intera azienda”, ha spiegato, senza alcun imbarazzo, il renzianissimo toscano Guelfo Guelfi. Maggioni ancora una volta non commenta, ma sorride e apprezza.