Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  giugno 28 Mercoledì calendario

Qatar 2022, la resa della Fifa. Via la censura dal sistema Blatter

Meglio tardi che mai. Vedendo la prima delle tante puntate del temutissimo e famigerato «Rapporto Garcia», sbattuta a sorpresa sulle pagine della «Bild» la Fifa ha pensato bene di vuotare il sacco e tentare di controllare i danni. Così ieri pomeriggio, sventolando per la prima volta la bandiera della trasparenza, il governo del calcio mondiale ha reso pubbliche le 430 pagine della relazione sugli strani movimenti attorno alle assegnazioni dei Mondiali a Russia e Qatar. Finalmente, anche se con due anni e sette mesi di colpevole ritardo, in versione integrale. E non nel condensato in forma ridotta, controllata e censurata di 42 pagine uscito il 13 novembre 2014, dopo che l’allora presidente dell’organismo giudicante, il tedesco Hans-Joachim Eckert, stabilì l’esistenza di «aspetti dubbi» ma «non di gravi irregolarità» nel processo di selezione delle sedi della Coppa del Mondo del 2018 e 2022.
Fine del segreto
Molto più comodo, per la Fifa, mantenere segreto l’intero contenuto dell’inchiesta condotta dall’avvocato americano Michael J.Garcia, ex procuratore federale degli Stati Uniti invece favorevole alla pubblicazione completa. Una linea imposta da Blatter e mantenuta, fino alla resa di ieri, anche dal successore Infantino. Un cambio di registro condizionato dalla pubblicazione delle prime carte, le stesse su cui l’Fbi ha edificato la maxi-indagine del 2015 sulla corruzione all’interno della Fifa. Dentro le 430 pagine in questione, capolinea indiretto della vecchia classe dirigente del governo del calcio mondiale, c’è un po’ di roba che scotta. Soprattutto a proposito delle manovre del Qatar, prima e dopo il voto del 2010, per assicurarsi l’agognato Mondiale. Prove schiaccianti no, ma solidi sospetti sì: uno strano pagamento di 2 milioni di dollari sul conto corrente personale della figlia (di dieci anni) dell’ex presidente della Federcalcio brasiliana Teixeira, un esclusivo viaggio di lusso a Rio a spese della Qatar Airways per tre membri della Fifa con diritto di voto, una e-mail di ringraziamento ai funzionari del comitato promotore qatariota per il trasferimento di diverse centinaia di migliaia di euro senza una causale precisa da parte di un altro grande elettore e appalti per le infrastrutture degli impianti riservati agli amici intimi e ai familiari dell’allora presidente Blatter.