La Stampa, 28 giugno 2017
Entro cinque anni bistecca sintetica nei menu: «Ma non con quel nome»
Mentre si discute di sicurezza, biotecnologia, valori nutrizionali e riduzione dei costi, la carne sintetica sembra essere in grado – già oggi – di compiere un miracolo: mettere d’accordo tutti. Carnivori e vegani, attivisti per i diritti degli animali e istituzioni, scienziati e aziende erano rappresentati in «Future Meating», la prima conferenza internazionale organizzata al Technion di Haifa, in Israele, dalla «Modern Agriculture Foundation», organizzazione no-profit che promuove la ricerca sulla carne di laboratorio come alternativa per l’industria alimentare globale.
«È la prima volta che un pubblico così vario si confronta da tutte le angolazioni», spiega Yaron Bogin, ad della Fondazione. Le ricerche sono iniziate nel 2006, poi, nel 2013, Mark Post dell’Università di Maastricht ha presentato il primo hamburger di carne bovina sintetica, prodotto al costo non certo economico di 300 mila dollari. Ora le tre principali start-up del settore – la californiana Memphis Meat, l’olandese MosaMeat e l’israeliana Super Meat – annunciano che porteranno il pollo sintetico nei supermarket entro cinque anni. La sfida è questa: la produzione, che si affianca all’altra, quella del marketing. Due facce della stessa medaglia: passare dal laboratorio alla tavola.
«Parliamo di cellule di muscolo animale e tessuto grasso dello stesso animale – spiega Post -. Durante la crescita questa carne avrà bisogno di essere nutrita con elementi di natura vegetale: aminoacidi, zuccheri, vitamine, minerali. E il risultato sarà ancora di natura animale. Il mio target sono gli amanti della carne, ecco perché lavoro a un prodotto che ne riproduca aspetto e sapore».
«Questa carne – spiegano due volontari, vegani, della “Modern Agriculture Foundation” – è la risposta per trasformare il modo di produrla: oggi incide sul cambiamento climatico e sul consumo di risorse preziose e, inoltre, causa o trasmette epidemie. E, poi, è fonte di sofferenza animale. La carne sintetica cambierà tutto: la renderà più ecologica e sicura e più etica».
Così l’incognita sembra proprio il consumatore. Secondo Eyal Shimoni, «Head of vision» di Strauss Group, la maggiore azienda alimentare in Israele, «chiave del successo saranno trasparenza e marketing. Una volta parlavamo in termini funzionali di dieta. Oggi, invece, il vocabolario è emozionale. Ecco perché nessuno dei termini usati oggi è vincente: “sintetica”, “pulita” o “di laboratorio”. Chi mai sceglierebbe una bistecca del genere al supermarket?».