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 2017  giugno 28 Mercoledì calendario

Serena Williams replica a McEnroe. Ma con un uomo ha già perso

Lo spirito guerriero che dentro le ruggisce mica poteva lasciarla senza parole di fronte alle provocazioni di quella linguaccia di McEnroe, capace di battezzarla come la più forte giocatrice di sempre, aggiungendo però che tra gli uomini potrebbe al massimo avere una classifica attorno al numero 700. E così Serena Williams affida a Twitter la replica alle parole puntute di The Genius: «Caro John, ti adoro e ti rispetto. Ma per favore, lasciami in pace con le tue dichiarazioni che non sono supportate da fatti. Non ho mai giocato contro un tennista in classifica e non ne ho il tempo». Per poi chiudere con una richiesta: «Rispetta me e la mia privacy dal momento che sto per avere un bambino. Buona giornata, sir». 

QUEL PRECEDENTE Tra un fotoshooting per la copertina di Vanity Fair e i preparativi per l’impellente maternità (prevista per agosto e seguita da successivo matrimonio con il fidanzato Alexis Ohanian), l’ex numero uno del mondo e vincitrice di 23 Slam dimentica però il precedente, senz’altro insolito ma significativo, degli Australian Open 1998, quando lanciò la sfida a un uomo e finì per subire una lezione. Sia chiaro, non fu un match ufficiale come la famosa «Battaglia dei sessi» del 1973 tra Riggs e la King, però ne rimane ampia memoria condivisa. Soprattutto perché lui, il protagonista, il tedesco Karsten Braasch, allora trentenne e con un passato da 34 del mondo, faccia occhialuta da filosofo e un’insana passione per le Marlboro e la birra, tre anni dopo affidò i ricordi di quel giorno a un articolo sul Guardian. In pratica, in quell’edizione dello Slam degli antipodi, le due sorelle Williams, 17 e 16 anni, dopo aver assistito a qualche allenamento maschile, si convincono di poter battere un giocatore classificato intorno al 200. Braasch, all’epoca 203, diventa il candidato ideale: sarà lui l’avversario di Serena, campo periferico e partita su un set secco. 

RADDOPPIO Il tedesco è talmente preoccupato che al mattino va a giocare a golf e negli spogliatoi beve un paio di shandy, birra con ginger ale e limonata, e durante la sfida fuma ai cambi di campo. Del resto, in un batter d’occhio va 5-0, non sfrutta un match point e alla fine vince 6-1. Ma non è finita: reduce dalla conferenza stampa dopo la sconfitta con la Davenport, anche Venus Williams chiede di poterlo affrontare nello stesso giorno. Accontentata: perde 6-2. Braasch le giudicherà così: «Colpiscono davvero bene la palla, ma non potevano reggere il mio top spin, non sono abituate». È vero, erano ragazzine e non avevano ancora vinto neppure uno Slam in singolare dei 30 di famiglia. Perciò, se il numero 700 adesso vuole farsi avanti, chissà che non accettino di nuovo.