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 2017  giugno 28 Mercoledì calendario

La scomparsa dei socialisti

Parigi Comincia la XV legislatura, e all’Assemblea nazionale scompare il gruppo parlamentare socialista. I deputati ci sono ancora, sono trentuno, guidati dal 48enne Olivier Faure già autore 10 anni fa di Ségo, François, Papa et moi, racconto – a fumetti – della famiglia Hollande e della sfortunata candidatura Royal all’Eliseo. Ma il punto è la parola «socialista», che dall’inizio della Quinta Repubblica nel 1958 è sempre stata protagonista dei lavori parlamentari, e non poche volte in posizione di maggioranza assoluta.
Nella scorsa legislatura, quella della presidenza Hollande, i socialisti all’Assemblea nazionale erano 295, avevano ottenuto il 51% dei voti e il loro gruppo si chiamava «Socialista, ecologista e repubblicano». Ieri sono entrati al Palais Bourbon 264 deputati in meno, dopo avere conquistato solo 5% dei voti, e quei pochi hanno preso atto della fine di un’epoca.
«Nouvelle Gauche» è il nuovo nome, «perché ricorda chi siamo noi, la Gauche – dice il capogruppo Faure —, e il fatto che crediamo ancora nella divisione sinistra-destra». «E poi, vogliamo rinnovare la sinistra, rifondarla».
L’intento sarebbe quello di aprire il gruppo ad altre sensibilità politiche, e il nome piuttosto generico vorrebbe agevolare questo processo. Il paradosso è che altri deputati della stessa area hanno preferito unirsi al gruppo «progressista» o a quello della République En Marche, il movimento di Macron. Così «Nouvelle Gauche» comprende solo socialisti, che però non hanno più il coraggio di rivendicarsi tali. Il Partito socialista francese non è nuovo a tracolli elettorali, come quello del 1993 quando conquistò solo 57 deputati (comunque quasi il doppio rispetto a oggi). E si è dimostrato capace di risorgere, per esempio con il governo Jospin del 1997. Stavolta però la crisi sembra più profonda, e lo dimostra lo stesso nome «Nouvelle Gauche», uguale a quello di una corrente fondata quasi 25 anni fa da un allora giovanissimo Benoît Hamon, il candidato socialista alle ultime presidenziali (6,36%). Già allora si parlava di «Nuova Sinistra», e «Per una Nuova Sinistra» si intitolava pure il libro, scritto nel 1996 dall’ultimo segretario Jean-Christophe Cambadélis. La «Nouvelle Gauche» rischia di arrivare all’appuntamento già vecchia.
Per adesso solo il gruppo parlamentare ha cambiato nome, il Parti Socialiste resiste in attesa di capire quale direzione prendere. Sabato Benoît Hamon fonderà un movimento rivolto a «socialisti, ecologisti e democratici». Ma tanti sono convinti che «il Partito socialista è morto», come ha dichiarato l’ex premier Manuel Valls da ieri «apparentato» al gruppo dei macroniani. Dagli ecologisti viene il nuovo presidente dell’Assemblea, François de Rugy, che invece di pensare alla rifondazione della sinistra è passato a La République En Marche.