Gazzetta dello Sport, 28 giugno 2017
Sciarelli-Woodcock sotto inchiesta

La Sciarelli, tanto carina, tanto elegante, tanto impegnata dalla parte giusta a ritrovare quelli che spariscono, così charmante che nessuno s’accorge dei suoi quasi sessant’anni... e la Procura di Roma che ti fa? La mette sotto inchiesta e le sequestra il telefonino!
• Incredibile. L’accusa?
È la storia con Woodcock. Dieci anni fa fotografano la Sciarelli e il già famoso Woodcock (per via dell’inchiesta cosiddetta Vallettopoli), che facevano jogging insieme. Seguono foto di Sciarelli-Woodcock e il cane. Poi foto di Sciarelli in bikini al mare con Woodcock. I cronisti chiamano lui o lei e chiedono: «State insieme? La sera dopo la pizza che fate?». Quelli, niente: «Siamo solo amici», ignari che già Joyce aveva capito e scritto che l’amicizia tra un uomo e una donna è impossibile per via dell’equivoco sessuale (la questione è velocemente trattata in Dubliners). In ogni caso, lei separata con un figlio che adesso è prossimo ai vent’anni, lui che «vive solo», evidentemente qualcosa è andato storto con la moglie Stefania Starace, napoletana e magistrato pure lei.
• Dov’è lo scandalo, abbia pazienza?
Sciarelli-Woodcock possono evidentemente fare quello che vogliono, amicizia o quello che sia, senonché di tanto un tanto spunta fuori la storia che lui passa a lei certe notizie o addirittura certi dossier, che poi, o tramite Chi l’ha visto? o alla fine di altri passaggi, diventano pubblici. Ed è successo pure stavolta.
• Dossier di quale inchiesta?
L’inchiesta Consip, maledettissimo affare di cui non riusciamo a liberarci, e che finché la Procura di Roma non gliel’ha tolta per competenza territoriale, è stata in mano alla Procura di Napoli, cioè a Woodcock. Riassumo?
• Riassuma, non mi ricordo niente.
La Consip è la società del ministero del Tesoro incaricata di fare acquisti di beni e servizi per conto della pubblica amministrazione. Deve procedere con il sistema, mai abbastanza esecrato, degli appalti. Ci fu un appalto di due e passa miliardi per il servizio di pulizia nei ministeri. Si ipotizza che l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, attualmente in carcere, si sia dato da fare per vincere in tutto o in parte questo appalto. Non si trattava, almeno sulle prime, di corrompere i giudici della gara, ma di avere informazioni. Il funzionario Marco Gasparri ha ammesso di aver intascato per questo centomila euro. Si vorrebbe sapere se il capo della Consip, di nome Luigi Marroni e prossimo alla rimozione, è anche lui in qualche modo coinvolto. Si mettono delle cimici nel suo ufficio e Marroni lo viene a sapere (altra inchiesta per mettere sotto accusa chi gliel’avrebbe detto). Nel corso dell’inchiesta si intercettano anche delle telefonate di Tiziano Renzi la cui trascrizione risulta poi taroccata (altro filone di indagine). Su tutto questo il quotidiano il Fatto fa degli invidiabili scoop, pubblicando fior di documenti riservati. Questo è il problema di ieri: chi ha dato questi documenti al Fatto? La Procura di Roma (il terribile Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi) accusano Woodcock e la Sciarelli, cioè, dicono, Woodcock ha dato le copie dei documenti alla Sciarelli e la Sciarelli li ha fatti avere al Fatto. Mi immagino già il pezzo di Travaglio che uscirà stamattina, anche se si tratta di giudici contro giudici e forse per quel bel quotidiano questo è un problema. L’accusa a Woodcock è di violazione di segreto d’ufficio, e di rimbalzo l’accusa alla Sciarelli è di concorso in violazione di segreto d’ufficio. Ielo e Palazzi hanno mandato la doverosa segnalazione anche al Csm (l’organo di autogoverno dei magistrati, che ha già messo sotto inchiesta Woodcock per altri fatti) e alla Procura generale presso la Corte di Cassazione.
• I due che dicono?
Non è la prima volta che Woodcock-Sciarelli si trovano in un guaio per il sospetto di aver rivelato cose che non dovevano rivelare. Ne sono sempre usciti bene, e del resto, le inchieste di Woodcock, benché clamorosissime, si concludono in genere con un nulla di fatto. Intendiamoci: per me la violazione del segreto d’ufficio è quasi un dovere del giornalista. Mentre sul giudice che svela atti coperti sarei severissimo (cioè, in questi casi, il giornalista è sempre innocente, il magistrato sempre colpevole). In passato i due hanno sempre negato tutto, e sono stati creduti. Adesso la Sciarelli, subito raggiunta dai colleghi, ha detto: «Non posso aver rivelato nulla a nessuno, semplicemente perché Woodcock non mi svela nulla delle sue inchieste, tantomeno ciò che è coperto da segreto».
• Vabbè, finirà come finirà. Ma intanto che si sa della storia tra i due?
Poco o niente. Ufficialmente sarebbero solo amici (lei ha una decina d’anni più di lui). Francesco Cordella, di DiPiù, nel 2007 gli fece dire: «Federica Sciarelli è una ragazza, una donna, che ha grandi qualità. È brillante, è persona con cui è piacevole parlare, ha vivacità e intelligenza uniche». Woodcock sostenne che la madre della Sciarelli e la madre sua erano molto amiche. Poi raccontò che li avevano presentati, durante una festa, i gemelli Ruotolo, uno inviato speciale alla Stampa, l’altro nella redazione di Santoro. Gira e rigira, a combinar guai sono sempre i giornalisti.