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 2017  giugno 24 Sabato calendario

Cose turche alla scuola turca. Cancellati Darwin e Colombo

Per raccontare la reislamizzazione della Turchia, che resta lo stato islamico più vicino a una democrazia europea (la pratica per l’entrata nella Ue è ancora aperta) in genere raccontiamo di arresti, morti e soprattutto soppressione del dissenso e della libertà di pensiero: ma andrebbero raccontati, per completare il quadro, anche gli impressionanti cambiamenti culturali che il nuovo regime sta imponendo progressivamente. 
Eccone uno: le scuole turche smetteranno di insegnare la teoria dell’evoluzione di Darwin quella della cosiddetta selezione naturale perché ciò prevede la riforma scolastica proposta dal governo e annunciata ufficialmente per fine mese. Il funzionario ministeriale che si occupa dei programmi scolastici l’ha già detto: dal 2019 la teoria dell’evoluzione sarà esclusa dai programmi delle scuole superiori. 
LA SCIENZA 
Promemoria: è la teoria che descrive le cause che portano al cambiamento delle caratteristiche ereditarie col passare del tempo, ma chiamarla «teoria» è una convenzione: l’evoluzione è un fatto accertato, anche se alcune variabili darwiniane restano in eterna fase di adattamento e integrazione. Tuttavia le conferme sperimentali sono state così tante, nei secoli, che sarebbe come definire «teoria» il fatto che il sole sorga al mattino. 
La notizia comunque è certa, tanto che sul sito del ministero dell’Istruzione è già stato annunciato che le questioni evoluzionistiche «vanno al di là della comprensione degli studenti», anche se in Italia le insegnano dalle elementari. In compenso avremo tutta una serie di nuovi contributi, a opera di scienziati musulmani e turchi, anche nei programmi di Storia e che Recep Erdogan aveva già accusato di essere troppo «eurocentrici». Va ricordato che l’Akp (Partito per la giustizia e lo sviluppo) ha chiarito che le americhe sono state scoperte dai musulmani 300 anni prima di Cristoforo Colombo: e ce lo segnamo. Ora si fa fuori l’evoluzione: ma già nel 2009, del resto, l’agenzia governativa per la ricerca scientifica aveva licenziato il direttore del magazine di Stato perché aveva messo in copertina Darwin. Tutti i libri sull’evoluzione intanto venivano bloccati. Tra i Paesi islamici ce n’è uno solo che mantiene una censura darwiniana altrettanto zelante: l’Arabia Saudita. Oddio, islam a parte ci sarebbe il caso paradossale degli Stati Uniti, dove gli stati appartenenti alla cosiddetta «cintura della Bibbia» hanno spesso sostituito Darwin col creazionismo e il cosiddetto disegno intelligente: ma sono paradossi legati agli eccessi della democrazia dal basso, non una visione imposta dall’alto. 
Va da sé che dall’islamismo di Erdogan c’è da aspettarsi di tutto: già molto è accaduto. 
DONNE VELATE 
Per esempio la reintroduzione del velo prescritto dalla shari’a, il divieto di effusioni nei luoghi pubblici, le misure restrittive per la vendita di alcolici, il tentativo del governo di imporre l’ayran (un intruglio analcolico a base di yogurt e sale) al posto del raki, che invece è un liquore a base di anice. Il primo governo Erdogan, già nel 2003, tentò di far entrare gli studenti delle «imam-hatip» (cioè le scuole vocazionali islamiche) direttamente all’università. 
Nove anni dopo, nel 2012, venne approvata la riforma scolastica che permetteva di inviare i bambini in queste scuole vocazionali già dall’età di 10 anni; in alcuni quartieri di Istanbul successe addirittura che qualche studente si ritrovò iscritto d’ufficio alle imam-hatip (e non in istituti laici, come avevano chiesto) con la scusa che mancavano posti. Il commento di Erdogan fu: «Alleveremo generazioni di giovani devoti». Due anni dopo fu introdotta una legge che restaurava l’insegnamento della lingua turco-ottomana nei licei (che si scrive con l’alfabeto arabo) e che già ai tempi del «laico» Atatürk era parlata solo da qualche elite nostalgica. 
MENO EINSTEIN 
Erdogan comunque è molto esplicito. In un discorso agli studenti turchi, nel dicembre 2014, disse che dovevano conoscere di più i grandi scienziati e personaggi islamici e meno quelli occidentali, annunciato programmi scolastici per far conoscere meno Einstein e più Avicenna non fate domande e meno pop star occidentali e più Neset Ertas, un vecchio cantore gorgheggiante che non abbiano trovato neppure sulla wikipedia italiana. 
«Possono ascoltare Beethoven, ma devono anche conoscere Dede Efendi», ha detto parlando di un compositore turco del 1825 che oggi probabilmente terremmo buono per musicare «Totò sceicco». Nei teatri, intanto, le commedie turche rimpiazzano Shakespeare e Brecht, per lo scorno di una parte significativa del Paese. Perché la cultura è anche politica, e, all’occorrenza, negazionismo. 
Nell’aprile 2006 Erdogan ordinò che gli alunni scrivessero un tema sul «falso» genocidio turco degli armeni, sua autentica bestia nera. Fece anche cambiare i nomi degli animali che si riferivano all’Armenia: la pecora Ovis Armeniana diventava Ovis Anatolicus, il cervo Capreolus Armenus diventava Capreolus Cuprelus, roba così. Noi, intanto, studiamo e additiamo le censure del nazismo e del comunismo, ma c’è molto da vedere anche alle porte di casa. E questo oggi, non settanta anni fa.