La Stampa, 27 giugno 2017
I maschi non piangono ma anche sì. Come allevare figli non maschilisti
È passato quasi un anno da quando l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in un intervento sul magazine Glamour, scriveva che la vita delle sue figlie era decisamente migliore di quella delle loro nonne, e aggiungeva: «Lo dico non solo come presidente, ma anche come femminista». L’espressione «presidente femminista» fece il giro del mondo, associata a una foto che ritraeva il giovane Barack con un cappello di paglia, sorridente e scanzonato. Ma come si fa a crescere un figlio femminista? A chiederselo, e a tentare una risposta in forma di regole semplici ma non facili, è Clair Can Miller, giornalista del New York Times, che osserva come l’educazione di bambine toste e consapevoli sia più avanzata di quella dei bambini, rimasta invece ancorata a modelli ancora troppo simili a quelli dei loro nonni.
L’ultimo bestseller di genere – Storie della buonanotte per bambine ribelli, di Cavallo e Favilli – lo conferma: le ragazzine lo leggono e si appassionano a quelle storie di piccole scienziate, acrobate, cicliste che riescono a realizzare i loro sogni a dispetto di epoche e varie ostilità. Un analogo per bambini non è ancora uscito – chissà se uscirà – e il fatto, al di là delle scelte editoriali, impone di chiedersi se non si stia facendo un superlavoro sulla consapevolezza delle nostre figlie, ma si stia trascurando quella dei figli maschi. Il risultato potrebbe essere quello di costruire – involontariamente – un futuro molto più conflittuale, con ragazze sempre più determinate e combattive, e ragazzi che, non provvisti di nuovi strumenti di relazione, potrebbero faticare a tenere il passo (e arrabbiarsi per questo).