24 giugno 2017
Iraq, il cecchino dei record jihadista ucciso da 3,5 km
Renato Paone per il MessaggeroLa pazienza è la virtù su cui fa affidamento un cecchino. Ore e ore di attesa, in ogni condizione atmosferica possibile e immaginabile. Immobile. Tutto questo per un singolo istante, appena una manciata di secondi. Controllare il respiro, mettere a fuoco l’obiettivo e adagiare morbidamente il dito sul grilletto. Vietato fallire. Il cecchino è uno specialista che di solito non finisce sotto i riflettori, di solito non se ne parla, ma questa volta è diverso, perché un tiratore scelto canadese della Joint Task Force 2 ha effettuato in Iraq un colpo che difficilmente potrà essere eguagliato: ha ucciso un terrorista dell’Isis da una distanza di 3,540 chilometri, stabilendo così un nuovo record per il colpo mortale confermato dalla distanza più lunga, che in precedenza era detenuto da un soldato britannico, Craig Harrison, che nel 2009 colpì un talebano a 2,475 chilometri.
820 METRI AL SECONDO
Secondo quanto riporta il Times, il proiettile è stato sparato da un fucile di precisione McMillan TAC-50 e ha impiegato meno di 10 secondi per raggiungere l’obiettivo. Il proiettile, infatti, viaggiava a una velocità di 820 metri al secondo. Lo stesso esercito canadese ha confermato l’episodio, ma non ha voluto divulgare né il nome del soldato né dove abbia avuto luogo l’azione. L’unico commento rilasciato è sull’efficacia del tiro: «Il colpo in questione ha interrotto un attacco di Daesh alle forze di sicurezza irachene, che stavano per cadere in un’imboscata», ha riferito una fonte militare al Globe and Mail. Poi ha aggiunto: «Piuttosto che prediligere l’utilizzo di un bombardamento, che avrebbe potuto uccidere anche dei civili, abbiamo scelto questo approccio. Anche perché i miliziani non si aspettavano un attacco da quella distanza. Li abbiamo colti alla sprovvista». Il comandante delle forze speciali canadesi, il Maj. Gen. Michael Rouleau, si è congratulato personalmente con il tiratore: «Un risultato incredibile, senza precedenti. Un colpo che è stato ripreso con una videocamera digitale da un posto di osservazione sconosciuto al cecchino, che non sapeva di essere registrato. L’ho visto e lo hanno visionato anche i nostri alleati. Un tiro irrefutabile». Ma il tiratore che ha compiuto l’impresa, questo Canadian sniper, non era solo: con lui c’era un osservatore. Questo ha il compito di calcolare la distanza, l’umidità dell’aria e la velocità del vento. E anche possibili spostamenti dell’obiettivo, che potrebbero vanificare il tiro, allertando così i nemici della loro presenza.
LA LEGGENDA
L’impresa del cecchino canadese ricorda le gesta di un altro tiratore, considerato una leggenda nell’ambiente militare: Chris Kyle, l’American sniper protagonista del film di Clint Eastwood. Il Pentagono gli accredita il numero ufficiale di 160 morti. Kyle ne rivendicava 255. Era stato inviato nel Golfo nel 2003 e quando, l’anno dopo, iniziò l’operazione Iraqi Freedom, era nell’avanguardia delle truppe che invasero l’Iraq. La maggior parte delle sue vittime si trovavano in un raggio d’azione tra i 200 e i 500 metri dal suo fucile, e il suo record è di 1900 metri.
LA CLASSIFICA
Oltre allo specialista canadese e a Craig Harrison, rispettivamente prima e seconda posizione nella classifica dei tiratori, ci sono il caporale canadese Rob Furlong, 2430 metri, in Afghanistan; il primo caporal maggiore canadese Arron Perry, 2310 metri sempre in Afghanistan; in quinta posizione, il sergente americano Bryan Kremer, che in Iraq ha effettuato un tiro di 2300 metri.
Luigi Guelpa per il Giornale
Il sergente americano Craig Harrison si è dovuto arrendere. Ha sventolato bandiera bianca non di fronte al nemico, ma a un alleato canadese. Dallo scorso maggio, anche se la notizia è stata riportata dal Globe and Mail di Toronto soltanto giovedì, è un cecchino del Joint Task Force 2, unità d’élite che opera nell’area di Mosul, ad aver stabilito il nuovo record di un colpo mortale dalla distanza più lunga. Lo sniper, il cui nome non è stato rivelato per ragioni di sicurezza, ha ucciso un terrorista dell’Isis in Iraq da 3.540 metri. Il kill shot è stato messo a segno da un fucile di precisione McMillan Tac-50, e la pallottola ha impiegato 10 secondi prima di raggiungere il suo bersaglio. Il record di Harrison risaliva addirittura al novembre 2009, quando centrò un talebano a Musa Qala, in Afghanistan, da 2.475 metri con un fucile di precisione L115 A-3. Sul podio di questa particolare classifica troviamo un altro canadese, il caporale Rob Furlong, che nell’ottobre 2002, durante l’operazione «Anaconda» nella valle di Shah-i-Kot (sempre Afghanistan) abbatté un talebano che si trovava a 2.430 metri di distanza. Anche lui utilizzava un Tac-50.
Il lucky strike si è consumato quando la squadra di tiratori scelti del Joint Task Force 2 ha scoperto che i miliziani dell’Isis si stavano avvicinavano alle forze di sicurezza irachene. I soldati della 2ª Divisione non sapevano che da lì a poco avrebbero corso il rischio di cadere in un’imboscata. È probabile che il cecchino non si aspettasse di colpire il bersaglio a una tale distanza, ma sperava che il fuoco avrebbe spaventato i miliziani, inducendoli a fuggire. Ci sono parecchi fattori che determinano la buona riuscita di un colpo esploso da un cecchino ad oltre tre chilometri dall’obiettivo. Come spiega il generale Denis Thompson, comandante della Joint Task Force 2, chi spara deve stimare dove si troverà il miliziano, «perché quando il grilletto viene premuto ci sono meno di dieci secondi di tempo per raggiungere il bersaglio». L’ottima mira del militare e la precisione del fucile devono però fare i conti «con la scienza, in termini di calcoli balistici, così come di forza o di direzione del vento». Dallo scorso anno il governo canadese ha deciso di non utilizzare attacchi aerei, preferendo aumentare le forze di terra impiegate in battaglia. «I nostri sono soldati altamente addestrati - commenta il ministro della Difesa Harjit Sajjan - combattendo a terra dobbiamo però disporre non solo di altissime professionalità, ma di armi di affidabilità totale». Come appunto il Tac-50, fucile prodotto a Phoenix, in Arizona, dalla McMillan Brothers Rifle Company e in dotazione alle forze speciali di Canada, Stati Uniti, Israele, Francia e Turchia. Il Tac-50, che pesa 11,8 kg, e che ha un prezzo di mercato di circa 12mila dollari, è soprannominato dai soldati americani «Big Mac», mentre i francesi del Commandos Marina, l’hanno ribattezzato «La Bestia». È dotato del sistema Precision Guided Firearms: il mirino fornisce tutte le informazioni ambientali di cui si può avere bisogno, come direzione e velocità del vento, distanza dall’obiettivo, gradi, etc. Schiacciando un pulsante si assesta il puntamento sull’obiettivo designato. È sicuramente il fucile che detiene il record di obiettivi colpiti da maggior distanza, ma non vanta il primato di precisione. Sotto questo profilo il numero uno al mondo è il CheyTac M200 Intervention un sistema d’arma completo che fa del fucile in questione qualcosa di simile a un computer. Centra il bersaglio a quasi due chilometri e mezzo con un solo colpo, ma soprattutto riesce a colpire a quella distanza per tre volte consecutive. Il CheyTac, prodotto a Charleston, South Carolina, viene utilizzato in prevalenza dai «Berretti Marroni», le forze speciali turche.