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 2017  giugno 24 Sabato calendario

Agenzia delle Entrate. Ruffini bocciato dalla Corte dei conti

ROMA La Corte dei Conti boccia la nomina di Ernesto Maria Ruffini a direttore della nuova “Agenzia delle Entrate – Riscossione”, al debutto il prossimo primo luglio. Con un «rilievo» snello, poco più di una cartella datato 22 giugno e trasmesso a Palazzo Chigi e al ministro dell’Economia Padoan – i giudici contabili rendono noto che la «compatibilità» dell’attuale incarico di Ruffini (commissario straordinario di Equitalia) con la nomina a direttore dell’Agenzia «desta perplessità». Che la nomina «non appare conforme» alla norma anticorruzione, figlia della legge Severino (articolo 4 del decreto legislativo 39 del 2013). E che la «motivazione» per l’individuazione di Ruffini al prestigioso incarico è «carente». Per questo, la Corte «invita» il ministero dell’Economia a «fornire chiarimenti», nel termine massimo di 30 giorni. Altrimenti deciderà «allo stato degli atti», fermo restando la «facoltà» del dicastero guidato da Padoan di «ritirare il provvedimento». E dunque rinunciare alla nomina.
Nessun commento da Equitalia. «Siamo rispettosi delle procedure istituzionali», trapela. Procedure che però potrebbero, nel migliore dei casi, far slittare l’insediamento di Ruffini oltre la data del primo luglio, lasciando la nuova Agenzia delle entrate nelle mani della vecchia gestione (il direttore uscente e attuale vicedirettore, Rossella Orlandi, in regime di prorogatio). Oppure addirittura costringere Palazzo Chigi a un ripensamento. Ipotesi peregrina, ma sulla carta.
La parola passa ora al ministero dell’Economia. Per evitare di sorpassare il primo luglio senza Ruffini alla guida della nuova e complessa macchina fiscale, l’ufficio di gabinetto di Padoan potrebbe richiedere un parere ufficiale e urgente all’Anac, l’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, con cui rafforzare e dimostrare la giustezza della propria scelta. A quel punto probabilmente la Corte dei Conti deciderebbe in Sezione di Controllo – l’organismo collegiale dei giudici contabili – se registrare la nomina, bollinandola, o cassarla definitivamente.
Come anticipato da Repubblica il 7 giugno scorso, la “pratica Ruffini” aveva destato sin dall’inizio qualche perplessità normativa, segnalata dagli uffici legislativi del ministero dell’Economia e di Palazzo Chigi. In particolare, si obiettava il possibile profilo di illegittimità o meglio “inconferibilità” della posizione «a coloro che nei due anni precedenti abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall’amministrazione o dall’ente pubblico che conferisce l’incarico».
Così recita l’articolo 4 del decreto legislativo 39 del 2013, ora ripreso dalla Corte dei Conti. Una norma voluta di fatto per impedire al controllato di divenire capo del controllore. Ruffini ricade nella fattispecie perché ha guidato Equitalia dal 2015 come amministratore delegato e poi commissario straordinario dal 16 febbraio 2017. Equitalia è una società per azioni, dunque privata ma a capitale pubblico (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps). E – ricordano ora i giudici contabili nel “rilievo” – «percepisce nel triennio 2016-2018 una quota a titolo contributivo dall’Agenzia delle entrate, titolare della funzione della riscossione».
Al momento dunque la nomina – deliberata dal Consiglio dei ministri numero 33 del 9 giugno scorso, dopo aver acquisito il parere favorevole della Conferenza unificata – è in stallo. Nonostante sia stata approvata con Dpr anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma ancora non pubblicata in Gazzetta Ufficiale. In attesa appunto della registrazione della Corte dei Conti.
Che però non è arrivata.