Corriere della Sera, 25 giugno 2017
Domenico Diele, al volante drogato travolge una donna. In cella l’attore delle fiction su Tangentopoli
SALERNO Un incrocio di due vite, una annientata e l’altra distrutta, in una notte d’estate. Lei, Ilaria Dilillo, 48 anni, stava rientrando a Salerno a bordo di uno scooter dopo una festa tra amici. La conoscevano in tanti, ma solo nella sua città. Anche lui, Domenico Diele, senese di 32 anni ma trapiantato a Roma, voleva tornare a casa. Viaggiava a bordo della sua auto, sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, verso la Capitale. Solo che il suo volto non è di quelli che passano inosservati: è il poliziotto delle fortunate serie «1992» e «1993» andate in onda su Sky, uno degli attori emergenti del cinema e delle fiction italiane, dopo il successo di «Acab», il film diretto da Stefano Sollima. In un attimo, alle due di notte, quasi allo svincolo di Montecorvino Pugliano in provincia di Salerno, uno schianto ha segnato il destino di entrambi.
Diele, che viaggiava a velocità sostenuta con la sua auto, ha tamponato lo scooter e sbalzato in aria Ilaria Dilillo. La donna è ricaduta prima sul parabrezza dell’autovettura e poi è stata scaraventata a terra. Morta sul colpo, nonostante avesse il casco ben allacciato. Il motociclo, a causa del forte urto, è stato poi ritrovato a diverse decine di metri dal luogo dell’incidente. L’attore solo dopo l’impatto è riuscito a frenare la corsa della sua auto. Si è fermato e, in evidente stato di choc, ha tentato di prestare soccorso alla vittima. Inutilmente. Qualche minuto dopo sono arrivate una pattuglia della polizia stradale di Eboli e un’ambulanza del 118. Gli agenti hanno messo in sicurezza la zona mentre i sanitari, dopo aver constatato il decesso della signora, hanno trasportato Diele in ospedale. E qui l’attore è stato trovato positivo al test antidroga. Nel suo sangue tracce di hashish e cocaina, ma in auto i poliziotti avevano già trovato una pallina di polvere bianca e un pezzo di fumo. Ai polsi di Diele sono subito scattate le manette: arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato e portato in carcere a Salerno.
Agli agenti che lo scortavano in cella è riuscito soltanto a dire: «Non l’ho vista». Col passare delle ore, però, la situazione del protagonista di film e fiction è diventata addirittura più grave. L’uomo, infatti, si era messo alla guida nonostante avesse avuto la sospensione della patente. Che gli era stata bloccata la prima volta nel 2009, proprio perché trovato positivo a un test anti-droga mentre era al volante. Diele, qualche anno dopo, aveva nuovamente ottenuto il permesso di guida. Sospeso ancora nel dicembre del 2016. E sempre per un problema legato all’assunzione di sostanze stupefacenti.
Domani, a Salerno, è prevista l’udienza di convalida dell’arresto. L’attore senese – che è stato anche protagonista di alcune puntate di «don Matteo» sulla Rai e della serie «In Treatment» su Sky, dove vestiva i panni di un sacerdote – si trovava in zona per le riprese del film «Una vita spericolata» di Marco Ponti. Ilaria Dilillo, invece, avrebbe compiuto 49 anni tra una settimana. Viveva col padre a Salerno e lavorava in uno studio legale. Quella era una delle prime feste alle quali aveva deciso di partecipare, dopo un periodo difficile, dopo la morte della madre, durante il quale trascorreva le serate davanti alla televisione. Chissà se le era capitato di guardare anche quell’attore che l’ha uccisa.
Felice Naddeo
Così Domenico Diele si era descritto al nostro Paolo Di Stefano nel 2015. C’è chi lo ricorda come il giovane Indro Montanelli in «L’uomo che scriveva sull’acqua», docu-fiction di Sky Arte 1 dedicata al grande giornalista, chi invece lo ha seguito nella serie «1992» prima e nella seconda stagione («1993») poi nel ruolo del poliziotto Luca Pastore. Un «personaggio drammatico», aveva raccontato. Come drammatica sembra ora la svolta impressa dal destino alla vita del giovane attore che l’altra notte, mentre era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti – un mix potente di hashish e cocaina – ha investito e ucciso una donna.
Diele, 32 anni, nato e cresciuto a Siena, una passione sfrenata per il pallone («Ero malato di calcio. A Siena giocavo nel Luigi Meroni Football Club: gloria granata, ma il nostro presidente pensava che fosse un assoluto genio del pallone»), dopo il liceo si trasferisce a Roma per inseguire il sogno di diventare attore. Diplomato nel 2005 in recitazione alla Scuola internazionale di teatro, comincia a interpretare piccoli ruoli in alcune serie tv e a lavorare nel teatro, soprattutto circuito off.
La grande occasione arriva nel 2011, quando il regista Stefano Sollima lo chiama per interpretare Adriano Costantini in «Acab – All Cops Are Bastards» la giovane recluta che viene coinvolta nel mondo violento e pericoloso degli agenti antisommossa del reparto mobile della polizia. Nel 2012 prende parte a un’altra fiction, la miniserie tv Rai «Zodiaco – Il libro perduto», mentre l’anno dopo entra nel cast del film di Claudio Noce, «La foresta di ghiaccio», al fianco di Emir Kusturica e Ksenia Rappoport.
Nel 2014 arriva la celebrità televisiva con il poliziotto di «1992», Luca Pastore: schierato al fianco di Antonio Di Pietro, lavora per portare alla luce la verità sul sistema di corruzione e tangenti. Un personaggio centrale che acquista ancora più peso nella seconda stagione della fiction, dove esplode il suo desiderio di vendetta per la corruzione nella sanità e per lo scandalo del sangue infetto che lo ha fatto ammalare di Aids.
In occasione della presentazione di «L’attesa» (2015), opera prima del regista Piero Messina presentata in concorso al Festival di Venezia, aveva raccontato di sé: «Ho fatto il Dams a Roma, ma al contrario dei miei compagni che non si perdevano un Festival, mi ero promesso: io ci andrò soltanto con un film. Era il proposito di un ragazzo che a 18 anni aveva lasciato Siena per inseguire un sogno confuso. Non sapevo bene come si diventa attore e cosa fare per propormi. Sapevo solo di volerlo fare».
In questi giorni Diele era sul set – ironia della sorte – del film di Marco Ponti «Una vita spericolata», al fianco di Lorenzo Richelmy e Matilda De Angelis. Per questo si trovava lungo quel tratto di autostrada nel Salernitano, dove è avvenuto il tragico incidente.
Stefania Ulivi Laura Zangarini