Corriere della Sera, 27 giugno 2017
Facendo finta di niente
Esiste qualcosa di più irritante che essere abbandonate sull’altare dal promesso sposo il giorno delle nozze? Forse solo essere abbandonati alle urne dagli abitanti di Genova e Sesto San Giovanni il giorno delle elezioni. A fare la differenza, in questi casi, è il distacco con cui la vittima è capace di reagire agli strali dell’alterna fortuna. Trattando il trionfo e la disfatta – quei due impostori, li chiamava Kipling – allo stesso modo.
Una sposina di Sorso, provincia di Sassari, ha atteso invano l’arrivo in chiesa del suo imminente e latitante marito, un militare di quindici anni più giovane, che al dunque si è barricato eroicamente in caserma, dando tale prova di risolutezza e coraggio che ci si augura non debba mai essere impiegato in battaglia. Anziché andare a strappargli la divisa con le unghie, la moglie mancata si è asciugata le lacrime e ha raggiunto gli invitati al pranzo di nozze, già pagato da lei, per brindare con loro allo scampato pericolo di dovere pagare anche un divorzio. Che aplomb invidiabile. Identico a quello esibito da Matteo, la sposa democratica, che dopo avere corteggiato per anni l’elettore di Berlusconi al punto di farsi un lifting moderato pur di piacergli, al momento culminante è stato mollato per l’originale. Ma anche lui si è comportato come se nulla fosse, fischiettando addirittura di «vittoria a macchia di leopardo». La sola differenza è che la sposa sarda troverà presto un altro pretendente, mentre quella democratica dovrà continuare ad accontentarsi di Alfano.